Se volessimo disegnare sul piano cartesiano la carriera di Santacroce, dovremmo scegliere come figura una parabola.
Decidiamo di farla partire dall’origine, anche se è un po’ incerta: papà italiano e mamma brasiliana. Dopo aver mosso i primi passi nel Como, a diciannove anni passa al Brescia, dove esordisce in Serie B. Tempo un paio di stagioni e il ragazzo si mette subito in mostra. Gli sforzi vengono ripagati: viene acquistato dal Napoli e, con le sue ottime prestazioni, si ritaglia un posto da titolare.
Le prime stagioni con i partenopei proseguono bene e sembra che la parabola sia destinata a salire all’infinito. Ma in una partita contro l’Inter, il 23 settembre 2009, la parabola comincia a riavvicinarsi all’asse delle ascisse: infortunio al menisco esterno del ginocchio destro.
Durante il periodo di recupero, subisce un altro infortunio, questa volta al ginocchio sinistro. Il doppio infortunio sancisce il suo declino. A Parma riesce ancora a dare qualcosa, mettendo tutte le sue capacità al servizio della squadra. Il resto della sua carriera sarà solo un rammarico per tutto quello che è stato e poteva essere.
Santacroce si ritira dal calcio e a comunicarlo è lui stesso, attraverso un messaggio sui social: “Ho calcato i campi per parecchio tempo non riuscendo sempre a dare quello che volevo ,a causa dei tanti infortuni che ho avuto, ma sappiate che ho dato il massimo e sempre con il sorriso… Ho incontrato tanti campioni e non mi basterebbe un solo post per nominarli ma ci tengo a ringraziare tutti i compagni di squadra, tutti quelli contro cui ho giocato e soprattutto tutti i magazzinieri e gli addetti al lavoro per il semplice fatto di avermi stimolato a dare il massimo anche inconsapevolmente. È vero non ho dato quello che avrei potuto dare ma sorrido pensando che anche così sono riuscito a vestire quella maglia azzurra a cui ambisce ogni bambino che inizia a praticare questo sport.. il consiglio che posso dare è cercate di divertirvi e metterci passione e impegno e ogni traguardo sarà divertente. Grazie a tutti per questa mia passata vita, ora appendo gli scarpini e mi tufferò in altro ma sempre con la stessa passione e la stessa tenacia che mi ha fatto fermare in campo degli extraterrestri .. Un ringraziamento particolare a quella che è diventata la mia città, a tutti i tifosi e a tutti i compagni che hanno sudato quella maglia azzurra con tanto orgoglio”.