L’Everton è alla ricerca del nuovo allenatore visto l’ormai ufficiale addio di Carlo Ancelotti, direzione Real Madrid. I toffees, sembrerebbero aver virato ora su una shortlist di nomi tra cui Steven Gerrard, Rafa Benitez e Nuno Espirito Santo.
Secondo quanto rivelato da The Athletic, l’ex leggenda del Liverpool e attuale tecnico dei Rangers Steven Gerrard pare essere il favorito. La sua nomina ad allenatore dell’Everton avrebbe del clamoroso essendo Gerrard nei cuori della parte red del Merseyside. Le sue quotazioni si sono alzate dopo la conquista del titolo con i Rangers, scalzando i rivali del Celtic dal trono di Scozia dopo ben dieci anni. Un approdo in Premier League sembra quindi solo questione di tempo.
Gli altri nomi che si stanno facendo sono invece, al momento, senza panchina. Rafa Benitez, anch’egli ex Liverpool, non ha nascosto l’intenzione di tornare ad allenare in Inghilterra dopo l’esperienza cinese al Dalian Professional, lasciato nel gennaio di quest’anno. Rimasto legato alla città di Liverpool, lo spagnolo gradirebbe guidare l’Everton e si caratterizza per un profilo più simile a quello di Ancelotti, grazie ad un pedigree internazionale importante che lo ha visto vincere in tutte le maggiori competizioni internazionali.
Nuno Espirito Santo ha invece concluso la sua avventura al Wolverhampton dopo 4 stagioni in cui è stato capace di portare il club dalla Championship all’Europa. Autore di un’ultima stagione più in chiaroscuro, è ora alla ricerca di una nuova panchina. Il tecnico portoghese si è fatto apprezzare per il suo stile di gioco fatto di possesso palla e improvvise verticalizzazioni e potrebbe essere la scelta giusta per puntare su giocatori come James Rodriguez e Richarlison che amano essere al centro della scena.
L’Everton ha chiuso il campionato al decimo posto dopo aver navigato nelle zone europee per tutta la stagione. Il fallito approdo in Europa è stato sicuramente motivo di delusione dalle parti di Goodison Park ma la posizione di Ancelotti era stata ritenuta salda dai media. Fino al richiamo di Florentino Perez e del Real Madrid a cui Ancelotti non poteva rimanere impassibile.