Everton, cori omofobi dei tifosi: arriva la condanna dal club

(Photo by Alex Livesey/Getty Images)

Ci sono stati altri inaccettabili cori discriminatori di natura omofoba durante una partita di calcio. L’episodio è avvenuto durante la partita di Premier League tra Chelsea ed Everton, in programma il 16 dicembre a Stamford Bridge.

Nella serata di ieri, subito dopo la partita, Il gruppo ‘Everton LGBTQ+ Rainbow Toffees’ aveva segnalato su Twitter la vicenda: “Siamo stati informati dei cori “Chelsea Rent Boy”. Lo condanniamo totalmente. È sbagliato, è omofobo e deve finire. Abbiamo parlato della questione con il club in passato e lo faremo di nuovo”.

L’Everton ha risposto con un comunicato direttamente sotto il post dei propri supporters, criticando il comportamento “inaccettabile” di alcuni dei suoi tifosi a Stamford Bridge ieri sera. Il club inglese ha sostenuto che i cori omofobi sono stati diretti a un giocatore del Chelsea durante il pareggio per 1-1 avvenuto nella serata in Premier League: “L’Everton condanna i cori omofobi diretti a un giocatore del Chelsea questa sera a Stamford Bridge. Tale comportamento è inaccettabile e non rappresenta i valori del nostro club o della nostra fanbase più ampia. Attraverso la nostra campagna ‘All Together Now’ promuoviamo e celebriamo la diversità e l’inclusività all’interno del nostro club, il nostro gioco e la nostra comunità. Ci aspettiamo che i tifosi riflettano questi valori astenendosi da qualsiasi canto discriminatorio in futuro”.

Con “Rent Boy”, infatti, ci si riferisce ad un giovane ‘prostituto’, generalmente delle classi sociali più basse e pagato poco per i suoi ‘servizi’. Si tratta di un vecchio slang inglese, riemerso nella cultura popolare nel 1969 ma utilizzato anche precedentemente. Viene solitamente affibbiato al Chelsea, in quanto collegato al West End di Londra, dove tra gli anni ’60 e ’70 tanti giovani ragazzi arrivavano nella Capitale inglese e – faticando a vivere – erano costretti a prostituirsi.