Vincere un derby che non si vinceva dal settembre del 1999: fatto. Infrangere i record di vittorie in trasferta all-time: fatto. Vincere le prime sette partite del campionato per la seconda volta dal 1987: fatto. Record, svolta e carattere. A Liverpool, sponda Everton, si è tornati a ragionare in grande ma, adesso, c’è l’ostacolo più difficile: il sogno Champions League. Nel 2005/06, l’Everton partecipò ai playoff, venendo eliminato al 3° turno dal Villarreal. Per tornare ad una partecipazione vera e propria della Coppa dalle grandi orecchie, bisogna tornare alla stagione 1970/71 quando si chiamava ancora Coppa dei Campioni. Ora, 50 anni dopo, il sogno è a portata di mano per l’Everton di Ancelotti.
Altra vittoria ieri era contro il WBA, per 1-0. La terza consecutiva, così come tre sono i match di fila in cui i Toffees non prendono gol. Carlo Ancelotti ha confermato la tradizione degli italiani in Inghilterra, uomini portatori di sogni: da Zola a Di Canio, da Mancini a Di Matteo, da Ranieri a Conte, fino ad Ancelotti. Lunedì ci sarà la sfida clou contro il Chelsea, un vero e proprio scontro diretto per l’Europa che conta. I Blues sono quarti con 47 punti, seguiti proprio dai ragazzi del Merseyside a 46, ma con una partita in meno rispetto alla banda di Tuchel.
Sarà una sfida decisiva ma che, in ogni caso, manterrà una finestra sul sogno di tornare alle magiche notti di Champions League. Affidarsi al destino, oppure alle giocate di Richarlison e Calvert-Lewin. Non cambia molto perché, quest’anno, l’Everton sta dimostrando che “si può fare”. Alle spalle dei Toffees, Liverpool e Tottenham sembrano aver perso smalto e fiducia. Può essere l’anno dell’impresa, dopo una stagione in cui Ancelotti aveva attirato su di sé molte critiche alla guida dell’Everton. Una rivincita, oppure l’ennesima conferma della grandezza di uno dei migliori allenatori italiani della storia. La conferma che il sogno può diventare realtà.