Euro Covid 2020: il folle torneo itinerante fa tremare l’Europa

Euro covid 2020

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Paura. Numeri allarmanti. Follia e varianti. L’Europeo itinerante è diventato un Euro Covid 2020. L’idea di un torneo multinazionale è stata una scelta affascinante e propositiva quando venne pensata nel 2014: per festeggiare i 60 anni del torneo (che sarebbero caduti proprio nel 2020), l’UEFA aveva pensato bene di “premiare” tutto il continente con un giro turistico del suo torneo per nazionali più importante. Già, aveva pensato bene. Come noto, il 2020 ha poi cambiato il mondo e, forse, avrebbe potuto cambiare anche quest’idea innovativa. Non è stato così. L’idea innovativa è stata confermata a ritmo di “è tutto in sicurezza” e “non corriamo alcun rischio”. La corsa ai vaccini ha tranquillizzato tutti, ma le varianti, ed in particolare quella Delta, ha fatto ricrollare l’Europa nella paura ed ha fatto sorgere più di un dubbio sulla bontà della scelta e della conferma dell’Europeo itinerante.

Oltre ai numerosi casi di Covid tra calciatori di diverse nazionalità, nei giorni scorsi è stata la Finlandia a fare notizia: dalle due partite giocate dagli scandinavi a San Pietroburgo, riporta Il Corriere della Sera,  sono rientrati in patria oltre 120 tifosi positivi. Un numero, inizialmente più basso, e destinato a salire visto che non tutti i rientranti dalle trasferte russe sono stati sottoposti al tampone al rientro. Un numero che allarma ancor più dopo venerdì scorso, quando a San Pietroburgo sono state registrate 107 vittime per Covid: record per la città russa in 24 ore. Ma è una paura che non riguarda soltanto Finlandia e Russia. Anche la Danimarca trema con un boom di contagi da variante Delta: una ventina di tifosi danesi sono risultati positivi dopo la partita contro il Belgio dello scorso 17 giugno. Paura, quindi, anche in Olanda e Repubblica Ceca visto che migliaia di tifosi hanno assistito alla partita degli Oranje persa contro la Repubblica Ceca a Copenaghen nella giornata di ieri.

Euro Covid 2020 dunque. L’Europa trema e si interroga sulla giusta decisione di continuare a giocare in Inghilterra, dove impazza la variante Delta. Ormai, però, è troppo tardi per tornare indietro: l’idea era brillante una vita fa, ma il mondo è cambiato e forse bisognava anche cambiare il progetto di Euro 2020.