Euro 2020, Petkovic: “Mancini ha ricostruito un’identità precisa da zero”
Il campionato italiano lo ha conosciuto per due anni: dal 2012 al 2014. Alla sua prima stagione ha vinto una Coppa Italia alla guida della Lazio, sconfiggendo in finale i ‘cugini’ della Roma. Si parla di Vladimir Petkovic, attuale commissario tecnico della Nazionale svizzera. Da 7 anni alla guida degli elvetici, il tecnico ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Tanti argomenti toccati: dal suo passato in Italia ad alcune considerazioni sull’attuale Nazionale guidata da Mancini. La sua Svizzera sarà uno degli avversari dell’Italia nel gruppo A, insieme a Turchia e Galles.
Passato alla Lazio e ‘ritorno’ a Roma per gli Europei
“Tornare a Roma, città meravigliosa nella quale ho vissuto una parte importantissima della mia carriera, è sempre bello. Non un caso se, quando posso, una capatina la faccio sempre. A causa del Coronavirus però sono quasi due anni che non ci vado, per questo non vedo l’ora che ci sia la partita con l’Italia. Sarà una bella giornata per me. Sono legato sia a quella città, sia a quello stadio, nel quale ho vinto una coppa storica per il calcio romano e italiano, e di particolare importanza per i tifosi della Lazio”.
Obiettivi della Svizzera secondo Petkovic
“Abbiamo la sfortuna di dover viaggiare tanto nella fase a gironi: faremo avanti e indietro fra Roma e Baku. Quello sarà uno dispendio di energie non indifferente. Dobbiamo però concentrarci di partita in partita. Vogliamo essere la sorpresa, ma bisogna avere sempre rispetto per gli avversari. Bisogna però avere fame, voglia di emergere. E così si possono ottenere grandi risultati. Anche storici. Sognare è positivo, ma solo se si tiene bene a mente la realtà. Gli obiettivi sono illimitati, ma oltre che ottimisti bisogna essere realisti”.
Svizzera sempre in grado di superare fase a gironi di Mondiali ed Europei dal 2014
“Il nostro è un percorso che parte da lontano. Nel 1992 la federazione prese Roy Hodgson come allenatore. Portò una nuova filosofia, si puntava in grande. Da quel momento si sono alternati diversi commissari tecnici, di nazionalità differenti e ognuno ha portato un contributo. Siamo decisi a imporre il nostro calcio anche contro squadre forti come l’Italia. Vogliamo dominare in campo, vogliamo vincere. Indipendentemente dal nome dell’avversario. Quel che è certo è che non ci nasconderemo. Né contro l’Italia, né contro nessuno”.
‘Armi’ dell’Italia e impressioni di Petkovic sul lavoro di Mancini
“Avete tanti giocatori di classe, con potenzialità importanti sia per il presente che per il futuro. I vostri calciatori sono tutti impegnati nei maggiori campionati d’Europa, il che è un grande vantaggio. I giocatori convocati da Mancini sono abituati ad affrontare partite importanti, a stare sotto pressione. Mancini ha creato un bel gruppo. L’Italia, prima del suo arrivo, veniva da una serie di risultati negativi. Alcuni storici. Per questo non era facile. Mancini ha però lavorato bene, costruendo da zero. La squadra ha un’identità precisa e questo è merito suo. Non è un caso che la Federazione gli abbia rinnovato il contratto fino al 2026, spostando la scadenza molto in là nel tempo. Per i commissari tecnici non è scontato avere un contratto così lungo, ma evidentemente il suo lavoro è stato apprezzato. A ragione”.