Se il punto di forza dell’Inghilterra formato Euro 2020 è una difesa pressoché impenetrabile, con una sola rete subita sin qui, da calcio piazzato, firmata da Damsgaard, in avanti abbonda il talento. I Tre Leoni hanno in Raheem Sterling ed Harry Kane due certezze: la loro titolarità non è mai stata in dubbio, si completano e si trovano a meraviglia. E i risultati si vedono: 4 gol per l’attaccante del Tottenham, 3 per l’esterno del Manchester City. Attenzione però alle banalizzazioni, perché Sterling, plasmato negli anni da Pep Guardiola, è più di un esterno alto, sa costruire l’azione e buttarsi negli spazi centrali, oppure arrivare sul fondo. Per Di Lorenzo, che Mancini dovrebbe confermare sulla corsia di destra della difesa a quattro, un altro cliente scomodo dopo Oyarzabal. Kane, invece, è l’archetipo dell’attaccante moderno, lontano dall’ariete di una volta. Potente, veloce, con un grande senso del gol, domani sera sarà la prima minaccia da disinnescare per Bonucci e Chiellini.
Nel 4-2-3-1 di Southgate, però, se Sterling gode di una certa libertà, da buon numero 10, gli altri due del terzetto che assiste Kane hanno compiti un po’ più rigidi. Terzo a destra, per lo stupore di molti, è stato spesso (come contro la Germania) Saka, classe 2001 che all’Arsenal gioca solitamente sulla fascia opposta. Una sorpresa, specie perché è stato capace di “panchinare” uno come Sancho, il colpo estivo del Manchester United, pagato 85 milioni di euro. Il motivo è presto detto: Saka, che è tatticamente molto più disciplinato, è il perfetto equilibratore di Sterling e delle sue libertà. Possibile vedere lui in campo, contro l’Italia, a meno di una mossa a sorpresa.
Al centro di questo tridente arretrato, il titolare designato è Mason Mount, gioiello del Chelsea, anche lui giovanissimo, ma reduce da una stagione eccezionale, culminata con la vittoria della Champions League. Per visione di gioco, continuità e maturità in campo è talento persino sottovalutato nell’economia del gioco inglese. Almeno quanto Phil Foden, attesissimo ma costretto a partire quasi sempre dalla panchina, cambio naturale di Sterling, ma capace di giostrare anche sulle vie centrali.
E poi, a completare quella che è la batteria di esterni e trequartisti più forte di Euro 2020, e che fin qui non ha mostrato appieno il proprio potenziale, due fenomeni come Marcus Rashford, stella del Manchester United, e Jack Grealish, geniale numero 10 e capitano dell’Aston Villa. Partito titolare solo una volta, contro la Repubblica Ceca, il classe 1995 ha giocato appena 151 minuti, regalando due assist ai compagni. Giocatore che sa far correre la palla e saltare l’uomo in uno contro uno, è un’arma che Southgate potrebbe sganciare anche domani sera, nella seconda parte della finale.