Esclusiva CIP – Livorno_popolare: “Con l’azionariato popolare salviamo il club”
Il Livorno oggi milita nel girone A della Lega Pro. Negli ultimi mesi, però, non si è parlato molto dei risultati sportivi dei labronici per lasciare spazio alle cronache societarie. Una situazione turbolenta che dopo la cessione di Spinelli fatica a trovare stabilità e, anzi, ha rischiato di portare il club al fallimento. Una situazione insostenibile che ha portato alcuni tifosi a impegnarsi in prima persona, istituendo il comitato Livorno_popolare.
Quella di cui parliamo è una società storica nel panorama calcistico italiano, nonché di una delle piazze più calde e iconiche. Una piazza che meriterebbe palcoscenici importanti mentre il Livorno oggi vivacchia sul fondo della classifica di Serie C.
Nel giorno in cui ricorre la fondazione del club – il 15 febbraio – la città si è risvegliata con la proposta di un progetto rivoluzionario, avanzato da un comitato che prende il nome di Livorno_popolare: “Stiamo lavorando per costruire il primo progetto di azionariato popolare che punti all’acquisto della maggioranza di una squadra di calcio professionistica in Italia“.
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Sul sito ufficiale di Livorno_popolare è possibile trovare il manifesto e quelle che saranno le colonne portanti del progetto, nonché le istruzioni su come aderire.
Ai promotori di Livorno_popolare abbiamo chiesto di approfondire il tema e abbiamo posto alcune domande su quanto sta succedendo nel capoluogo toscano. Queste le loro risposte alla redazione di Calcio in Pillole:
Qual è la situazione attuale del Livorno e da dove nasce la necessità del vostro progetto?
“La situazione attuale del Livorno è imprevedibile e totalmente instabile. Si parla di una società frazionata in diverse quote che fanno tutte capo ad imprenditori spesso con obiettivi e piani in mente completamente diversi. Ad ogni scadenza c’è il rischio di punti di penalizzazione e di un rimpasto societario, ricordandoci anche che solo a dicembre la società era sull’orlo del fallimento e che il campo sembra prospettare un’indegna retrocessione tra i dilettanti. Questa situazione parla chiaro: non si può continuare così, e se Livorno non salva il Livorno non possiamo pretendere che vengano a farlo altri“.
Come si articola il vostro progetto, quali sono i punti principali della vostra proposta?
“Il nostro progetto ruota attorno a delle parole chiave dalle quali ripartire per ricostruire un legame tra la squadra e la città: educare, costruire, sviluppare, valorizzare, restituire e trasmettere. In questo quadro è fondamentale anche ripartire dai piccolissimi: tutto ciò senza una scuola calcio gratuita e accessibile per tutti i bambini e le bambine livornesi non avrebbe senso di esistere“.
Come funzionerebbe la società sotto azionariato popolare?
“Questo lo decideranno i soci del comitato. La nostra via sarà unica e ibrida, ma gli esempi sono concreti e visibili in tutta Europa: i Supporters Trust inglesi, la regola del 50+1 tedesca, il futbol popular spagnolo e l’esempio virtuoso del Centro Storico Lebowski a Firenze“.
Dalla nascita del progetto qual è stata la reazione a Livorno? Ci sono già state le prime adesioni?
“Ad oggi ci sono state 1000 adesioni. Niente come una possibile apatia della città ci terrorizzava. Siamo entusiasti di poter dire che questa ipotesi è stata scongiurata già dalle prime 24 ore di esistenza del comitato. Stiamo gestendo un flusso di adesioni e richieste di collaborazione enorme e oltre ogni nostra più rosea aspettativa“.
Avete pensato di coinvolgere qualche nome noto della storia calcistica livornese?
“Certo, sarà una parte importante del percorso di Livorno_popolare. Ogni cosa a suo tempo“.
Pensate che l’azionariato popolare possa essere uno strumento concreto per le società in difficoltà, considerando anche che dopo la pandemia le difficoltà sono aumentate così come i club in crisi?
“Al di là del successo o del fallimento che riscuoterà il nostro progetto la partecipazione comunitaria e dal basso delle società calcistiche è il futuro e il vero antidoto all’attuale situazione del calcio italiano. Noi esistiamo perché prima di noi ci sono stati esempi virtuosi ai quali guardare che ci hanno indicato la via, la nostra ambizione è che questo diventi un movimento nazionale e non semplicemente una bellissima esperienza livornese“.