Oggi lunedì 1 luglio è iniziata ufficialmente la sessione estiva di calciomercato. Oltre ai giocatori, anche la figura dei direttori sportivi ha ormai assunto un’importanza fondamentale nel mondo del calcio e nell’ambito delle varie trattative di acquisto e vendita dei giocatori effettuate dai club.
In esclusiva ai microfoni di Callcioinpillole, il nostro Federico Draghetti ha intervistato Rocco Galasso, presidente dell’ADiSe (Associazione Italiana dei direttori sportivi) in merito a quello che ci si può attendere in questa estate di mercato. Di seguito le parole del dirigente sportivo, in occasione dell’evento di apertura del mercato tenutosi oggi al Grand Hotel Rimini.
Quali sono gli obiettivi di ADiSe nel contesto del calcio italiano e come si sono evoluti nel tempo, assieme ai cambiamenti avvenuti nel calcio?.
“Per prima cosa la tutela della componente dei dirigenti sportivi, che non sono solo i direttori sportivi ma sono anche i segretari e i collaboratori della gestione sportiva. La loro formazione e il loro iter di aggiornamento, ma anche un supporto vero e proprio al sostegno a fianco del direttore sportivo in tutte quelle vere e proprie battaglie che bisogna fare per il riconoscimento di vari aspetti che caratterizzano la professione. Lo è stato negli anni scorsi per la definizione della posizione anche in termini pensionistici e in termini di riconoscimento del lavoro sportivo. Oggi ancora di più e anche alla luce del nuovo decreto sul lavoro sportivo, diventa fondamentale un monitoraggio, un’indicazione e uno sprono da parte dell’associazione affinché gli organi di controllo su cui dipendono determinate scelte, possano andare nella giusta direzione e a favore di una componente che va tutelata“.
Parliamo ora del calcio italiano in generale. Quale è dal tuo punto di vista lo stato attuale del nostro calcio, anche a seguito del fallimento della Nazionale agli Europei e dove pensi ci possano essere dei miglioramenti e in quale modo.
“Se ne sta parlando ormai da tempo e dalle esclusioni della nostra Nazionale dai Mondiali e dall’ultimo insuccesso agli Europei. L’emergenza è quella di capire che il calcio italiano ha bisogno di una rifondazione dalla base. Quello che diventa più urgente in questo momento è capire come dare grande impulso ai settori giovanili e a seguire l’evoluzione delle nuove generazioni. Soprattutto puntando sui nostri ragazzi. Il calcio italiano è pieno di professionisti che sono di supporto ai nostri calciatori, e nei loro club diventano delle stelle. Ma poi in ambito della Nazionale come si è visto nel tracollo agli Europei, sono delle stelle che non godono di luce propria. Per cui l’emergenza è quella di capire che bisogna partire dalla basi. Ripartire dalla formazione anche tecnica dei giovani. E tutto ciò che deve incentivare le società ad utilizzarli”.
Quindi secondo te per rilanciare il calcio serve ripartire dai giovani e dalle basi. Intendi proprio dalla formazione anche dei giovanissimi e fin da bambini e anche a livello di strutture?.
“Il problema se lo devono porre quelli che lavorano nei settori giovanili. Nelle scuole calcio, nei centri di avviamento allo sport ma anche le società, che spesso sono più concentrate e preoccupate all’adempimento dell’obbligo di presentare una formazione per il campionato per non incorrere in sanzioni, e non nella reale necessità di formazione dei giovani. Bisognerebbe sapere investire molto di più nel settore giovanile. Meno sulla prime squadre, e puntare di più sui giovani. Qualcosa la Serie A lo sta facendo, attraverso le formazioni Under 23, ma anche lì gli sforzi che sono stati fatti sono molto modesti per ora. Quest’anno avremo solo tre squadre che hanno l’Under 23, una per ogni girone. L’espressione di una Serie A che non è reale e c’è da aspettarsi una maggior crescita. Sicuramente è un modo per dare spazio ai nostri giovani”.
Ultima parentesi dedicata al calciomercato, dato che siamo qui all’apertura ufficiale della ssessione estiva 2024. Negli ultimi anni si è vista una carenza di grossi colpi di teatro, a causa dei budget ridotti delle squadre di Serie A. Pensi che ci possano essere delle sorprese e come pensi si muoveranno le squadre italiane?.
“In questo caso servirebbe essere un po’ profeti e veggenti. Questo non so dire se possa essere cambiato qualcosa, perché di fondo rimangono gli stessi e soliti problemi. É un mercato che è ad appannaggio delle grandi realtà, mentre in quelle minori si fa più fatica. Ma ovviamente se tutto questo poi deve far conto sui bilanci societari, è chiaro che il primo campionato che bisogna vincere è quello del bilancio. Poi in una società piena di debiti tutto è conseguenza. Quelle che hanno più forza riescono sicuramente a proporre un mercato più interessante, mentre altre fanno fatica a far quadrare i conti“.
Secondo te quale sarà la squadra di Serie A che potrà fare il mercato migliore e chi secondo te si è mosso meglio finora.
“Credo che finora la Juventus si è mossa bene. L’Inter è sicuramente un club che non deluderà le aspettative, e poi ci sono delle realtà che sono emerse e che speriamo non siano solo una situazione temporanea, mi riferisco al Bologna ad esempio. Realtà venute fuori bene e che devono dare seguito con un mercato all’altezza delle aspettative”