Esclusiva CIP – Il fondatore di OM Italia ci porta dentro la crisi del Marsiglia

OM Italia

Risultati sportivi deludenti, l’assalto al centro sportivo e uno scontro aperto con i gruppi della tifoseria organizzata. Grande è la confusione sotto lo sguardo di NotreDame de la Garde, ma la situazione è tutt’altro che eccellente in casa Marsiglia.

Per comprendere meglio ciò che sta succedendo al Marsiglia, abbiamo raggiunto Cosimo Bartoloni, fondatore di Om Italia e redattore di gianlucadimarzio.com, che ci ha accompagnato per mano alla scoperta di ciò che sta succedendo all’interno del club e della città capoluogo della Provenza.

Come prima cosa, però, abbiamo chiesto a Cosimo dove nasce questa passione che, come ci racconta, è cresciuta negli anni fino a diventare un amore folle:

Io sono nato a Firenze e non ho origini francesi. Mi sono innamorato dell’OM da piccolo quando comprai una maglia della squadra. Da allora ne sono rimasto abbagliato, ho iniziato a giocare con il Marsiglia nei videogiochi, poi arrivò Drogba e una cosa tira l’altra: per me è un amore folle, vivo per questo club, per me esiste solo l’OM! Nel 2010 mi è venuta l’idea di aprire una pagina Facebook – Olympique de Marseille – Italia – perché mi mancava il parlare del dopo partita, sfogarmi nelle sconfitte e gioire insieme ad altri appassionati delle vittorie. Oggi la pagina conta 4000 persone e abbiamo anche una chat whatsapp che mi ha aiutato ad esaudire il desiderio di dieci anni fa. Ci troviamo per andare a vedere le partite e riusciamo 2 o 3 volte all’anno ad andare in Francia a seguire la squadra, con gruppi più o meno numerosi“.

OM Italia

Nella giornata di ieri, i gruppi ultras del Marsiglia hanno indetto una dura conferenza stampa dove è stato letto un comunicato stampa che attacca la società. Ultimo capitolo di una crisi aperta che viene da lontano e che Cosimo ci aiuta a ricostruire:

In questo momento si sta sfasciando tutto perché questa società ha fatto delle scelte sbagliate, nonostante non sia tutto da buttare via, come l’apertura di alcune scuole in Africa e altre iniziative sociali. Ci sono però stati degli errori che adesso iniziano a pesare: la prima campagna acquisti estiva del 2017 dove sono stati sperperati soldi per giocatori di una certa età che non hanno reso e i risultati si sono visti in campo. È vero che la stagione scorsa ci siamo qualificati in Champions League, ma il campionato fu fermato e in quel momento l’inerzia non era proprio dalla nostra: non so come sarebbe andata se fosse continuato. Da lì la squadra non è stata rinforzata e la campagna europea è stata disastrosa: c’è stato il record di sconfitte consecutive. Ultimamente, poi, il presidente, che ho sempre stimato, ha avuto delle uscite che non hanno aiutato l’ambiente. Per esempio, ha affermato di non volere tifosi del Marsiglia in società e questo in un club passionale come il nostro non viene visto bene. 

Le tappe che hanno portato alla conferenza stampa di ieri:

Risultati scadenti, campagna europea fallimentare, situazione precaria e i tifosi chiedevano che la proprietà cedesse. Il giorno dell’assalto un centinaio di persone sono entrate al centro sportivo per protestare, contro la società e i calciatori ed è andata come tutti abbiamo visto. Si è andati oltre e la situazione è degenerata. Questo ha fatto sì che l’OM mandasse una lettera a tutti i gruppi del tifo organizzato minacciando, a causa degli eventi del centro sportivo, di rompere la partnership sulla gestione degli abbonamenti: una minaccia a tutti i gruppi del tifo organizzato marsigliese. Un’iniziativa che, in una situazione già incandescente, è stata la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso. Di conseguenza è stata indetta una conferenza stampa dove tutti i gruppi hanno stilato un comunicato dove hanno fatto un bilancio della gestione McCourt e hanno chiesto alla società di andarsene, sottolineando una rottura totale tra le parti. Si sono mossi anche uomini politici e senatori. Io credo che ora la società sarà obbligata a fare un passo indietro sulla questione e riaprire il dialogo. Non riesco a immaginare una linea dura della società perché non gli conviene: hanno tutti contro. In uno dei punti del comunicato, gli ultras si congratulavano con la società per essere riuscita a riunire tutti i tifosi contro di loro. Tutto l’ambiente è contro la società“.

OM Italia

A ulteriore dimostrazione di quanto detto, negli ultimi giorni diversi OM Nation hanno deciso di sciogliersi. A Cosimo abbiamo chiesto di spiegarci cosa sono e cosa sta succedendo in giro per il mondo tra i sostenitori del Marsiglia:

A dimostrazione di questo subbuglio nell’ambiente marsigliese, c’è l’autoscioglimento di tanti OM Nation – quasi tutti – in giro per il mondo. Questo gesto è in solidarietà ai gruppi organizzati e per richiedere le dimissioni del presidente. OM Nation è un progetto della gestione McCourt-Eyraud che è nato quasi 3 anni fa. Ne esistevano una ventina sparsi in tutto il mondo e sono comunità locali che vivono il club all’interno delle città. Noi non siamo OM Nation perché il club vuole delle rappresentanze a livello locale/cittadino. Noi volevamo aprire OM Nation Italia, ma il club richiede che ci siano dei gruppi che vivono la squadra a livello locale e questo ci è impossibile perché noi siamo sparsi in tutta Italia e non abbiamo un quartier generale. Noi che non siamo Om Nation ma un gruppo indipendente abbiamo fatto un comunicato insieme ai gruppi indipendenti di Svezia, Bielorussia, Russia e tanti altri paesi in cui prendiamo le distanze dalla società e ci stringiamo al tifo marsigliese che è l’animo di questo club da sempre e lo rende unico anche nei momenti più bui. Il progetto di OM Nation sta andando in frantumi e questa è una grande sconfitta per la società che ha sempre puntato molto sull’internalizzazione. Per questo spero, da tifoso, che la società faccia un passo indietro e riapra il dialogo con i tifosi per distendere la tensione e riappacificare l’ambiente“.