Gli eroi del ’66 e l’Alzheimer, l’accusa: “Troppi colpi di testa”
Una curiosa vicenda, nonché un allarme, troneggia oggi tra le pagine de Il Corriere della Sera. La questione ha guadagnato le luci dei riflettori in Inghilterra, dopo alcune considerazioni emerse, negli ultimi giorni, da parte dell’ex stella inglese Sir Geoff Hurst. Il controverso dibattito ha guadagnato forza, fino a diventare un vero e proprio tema di tendenza. Tema su cui si è mossa anche la Pfa, ossia, l’Associazione dei calciatori professionisti nel Regno Unito. La discussione ruota intorno alla presunta correlazione tra colpi di testa e demenza senile, sfociata freqentemente in ex giocatori sotto forma di Alzheimer. L’ex calciatore, campione del mondo nel 1966, ha messo in evidenza il collegamento tra malattie neurodegenerative, e i frequenti colpi di testa cui devono esercitarsi costantemente i calciatori.
L’allarme di Sir Geoff Hurst
“Il collegamento è chiaro e inconfutabile. Ogni giorno mi capita di leggere di ex calciatori che soffrono di demenza. Bisogna fare di più, aiutare non solo chi ha giocato in passato, ma anche chi gioca adesso”. Hurst aggiunge: “In campo ti capita di colpire la palla di testa due o tre volte. Il problema è che prima fai ore e ore di allenamento, ogni giorno. Al West Ham passavamo un sacco di tempo ad esercitarci”. La controversia ha toccato da vicino l’ex gloria britannica, infatti, negli ultimi due anni Hurst ha visto passare a miglior vita molti ex compagni, protagonisti di quella gloriosa spedizione del 1966. Nel 2018 moriva Ray Wilson, seguito l’anno dopo da Martin Peters. Quest’anno sono deceduti Norbert Stiles e Jack Charlton, fratello del leggendario Bobby, a cui recentemente è stata diagnosticata la demenza senile, all’età di 83 anni, così come per le altre glorie menzionate.
La discussione in merito
La drammatica notizia riguardante quello che, probabilmente, è stato il miglior calciatore inglese di tutti i tempi, ha infiammato la discussione. Come anticipato, l’Associazione dei calciatori professionisti si è mossa con forza sul tema, istituendo una task force speciale che faccia chiarezza in modo approfondito. Sir Bobby Charlton, malauguratamente, è l’ultimo di una serie di 28 ex giocatori inglesi colpiti dalla demenza senile. Interrogato sulla questione, il fratello minore di Bobby e Jack, Tommy Charlton non ha dubbi: “Quattro zii, oltre ai miei fratelli, tutti calciatori e tutti colpiti dalla demenza. Difficile credere che non ci sia un collegamento con i colpi di testa”. Dello stesso avviso Chris Sutton, figlio di Mike, ex gloria del Norwich e attualmente malato di demenza senile. Le sue parole, ai microfoni di BBC Radio, seguono il filone: “I giocatori, della generazione di Nobby Stiles, non sono seguiti abbastanza bene. Non ne risente solo la persona malata, ma tutta la famiglia”. Dichiarazioni forti, anche quelle dell’ex centravanti di Leicester e Tottenham Gary Lineker: “Un altro dei nostri eroi dei Mondiali colpito dalla demenza, una notizia estremamente triste e preoccupante”.
I primi studi
La Pfa, prima di annunciare la nascita della task force, aveva già incaricato Willie Stewart di condurre un’accurata analisi in merito. Willie Stewart è un neuropatologo, nonché Professore Onorario Associato dell’Università di Glasgow. Le sue prime indagini sembrano confermare i sospetti di Hurst e degli altri ex giocatori, nonché familiari. Infatti, le analisi iniziali stabiliscono che, gli ex calciatori, hanno una probabilità di soffrire di patologie degenerative cerebrali superiore alle altre persone, dalle due alle cinque volte. Lo stesso esperto, nell’analizzare la morte dell’ex gloria del West Bromwich Jeff Astle, ritiene ch’egli sia deceduto con un quadro clinico solitamente riconducibile ai pugili.
Il tema è destinato ad espandersi e a far parlare, oltre che a portare ad eventuali interventi correttivi che tutelino la salute dei calciatori. La presunta correlazione di, malattie come l’Alzheimer e colpi di testa, sarà sempre più oggetto di lavoro ed analisi. Infatti, proprio la Pfa ha annunciato recentemente il rafforzamento dell’ausilio agli ex calciatori, nonché maggiori finanziamento per gli studi dedicati a tale correlazione.