Era una bandiera dell’Atalanta: altro che bella vita | Ora è costretto a spaccarsi la schiena dall’alba al tramonto

Atalanta 2003

L'Atalanta nel 2003, molto diversa dalla Dea attuale - ansa - calcioinpillole.com

Appesi i fatidici scarpini al chiodo, spesso finisce la bella vita. Era una bandiera dell’Atalanta, viveva nel lusso, ora si spacca la schiena.

La carriera di un giocatore tutt’ora è oggetto di studio da parte di molti psicologi e sociologi. Una vita strana: oggi alle stelle, numero uno, domani alle stalle e non sei più nessuno. Non tutti reggono questo cambio repentino di vita. C’è chi non ce la fa proprio.

E, magari, resta nel mondo del calcio, cercando qualsiasi tipo di carriera: molti diventano allenatori, altri direttori sportivi e generali. Chi decide di intraprendere il lavoro del procuratore. E chi preferisce lavorare dietro le quinte, in quale settore giovanile, magari scovando talenti.

Ma non tutti restano nel mondo del calcio. Quelli che hanno avuto la bontà di mettersi dei soldi da parte li investono in nuove attività, anche se non è per niente facile avere un lavoro dopo i quaranta anni. Già perché la carriera di un giocatore dura mediamente 15 anni, inizia verso i 18 e termina al massimo a 35. E poi?

I più lungimiranti valorizzano il patrimonio economico: alcuni intraprendono un percorso professionale, altri provano come commentatori televisivi: dalla seconda voce nel commento di una partita, alle ospitate nelle tante trasmissioni in tv. Esperti di tattica e intrattenitori. Va bene tutto. Perché?

Non è tutto oro quello che luccica, altro che bella vita!

Perché c’è un dato che deve far riflettere: è stato stimato che solo il il 5% dei calciatori possiede milioni di euro sul proprio conto corrente. Tra questi non c’è Fabio Rustico. Bergamasco di nascita, ha legato la sua carriera sul territorio.

Leffe e Solbiatese, due parentesi in mezzo a tanta Atalanta, società per cui ha giocato nella stagione 1994-95 e poi per un lustro, dal 1996 al 2005. Per cinque anni il roccioso difensore orobico è stato una bandiera nerazzurra da oltre 100 presenze. Centosei per l’esattezza.

Fabio Rustico
Fabio Rustico in un Lecce-Atalanta del 2001 – ansa – calcioinpillole.com

Dai Giochi del Mediterraneo a un duro lavoro

Se l’è goduta la sua carriera Fabio Rustico, anche se in quegli l’Atalanta, anche se era una Dea di nome ma non di fatto. In carriera ha vinto anche una medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo. Ora è un agricoltore che si spacca la schiena dall’alba al tramonto.

Mi sveglio alle quattro e mezza del mattino – ha raccontato Rustico in una recente intervista – d’estate mi alzo prima perché alle sei si comincia sui campi visto il caldo. In campo mi davano dello zappatore e del ruvido, anziché offendermi l’ho preso come un consiglio”. Sorride comunque alla vita Rustico, la prende con filosofia, chissà se rimpiange la vita da calciatore, tanto intensa quanto in fondo di breve durata.