A Frosinone il Napoli apre il campionato con un tre a uno che permette agli azzurri di cominciare al meglio, di seguito l’Editoriale per Calcio in Pillole.
Nuovo anno, nuovo campionato. Ad aprire le danze della nuova stagione i campioni della passata stagione. Trionfanti di B ed A, campioni d’Italia contro campioni d’Italia. Allo Stirpe si sfidano Frosinone e Napoli, per dare conferma del trionfo e difendere quanto conquistato nel primato di soli due mesi or sono.
Compito difficile, anzi difficilissimo. Inutile azzardare e disquisire su chi possa soffrire di maggiore difficoltà. Tra salvezza e conferma al tricolore il proibitivo vede una sicura continuità.
Ma il Frosinone è intraprendente, non disdegna la costruzione. Un calcio d’angolo è frutto dell’attivismo che si nutre dell’iniziale coraggio. Il penalty, invece, concretizza l’acerba ingenuità di Cajuste. Harroui non se lo fa ripetere e condanna il Napoli alla salita sin dall’inizio.
Il Frosinone però si abbassa. Il gap di categoria forse si fa sentire, ed il peso di un passaggio di categoria contribuisce ad appesantire le menti. D’altro canto il Napoli acquisisce la consapevolezza dell’essere campione. Tutta la forza del tricolore sul petto matura la consapevolezza di sé, e della gestione di quel che deve essere. Lo sviluppo della prima frazione vede gli ospiti dunque amministrate tempi e fraseggio.
In una delle incursioni un rimpallo premia Politano che, dalla distanza e con colpevole compartecipazione di Turati, vede il proprio tiro al volo fermare la propria corsa lì dove agli attaccanti fa più piacere. Il Napoli ritrova scioltezza, e vecchie abitudini qualitative.
Poi, come spesso lo scorso anno, come sempre Osimhen. Il nigeriano lo fa brutto (si fa per dire). La sgaloppata sulla destra di Di Lorenzo trova sfogo centrale verso il nove che offre piacevole Abbandono al deja vu. Perché quella botta di destro, con la palla che viaggia inesorabile a gonfiare la rete, è un ritorno al passato con proiezione ad un futuro di cui si può dire di conoscerne i segreti.
Dal vantaggio in poi il Napoli riprende da dove aveva terminato. Il dominio totale del campo e del pallone. La capacità di dettare tempi e costruire varchi. Il palo di Baez, però, è un campanello d’allarme. Il Frosinone non è in campo per regalare punti, ed ha tutte le capacità per poter fare male. La punizione è frutto della capacità dei ciociari di ferire nello spazio, e di sfruttare il ritardo di copertura degli ospiti.
Il caldo ed i carichi di lavoro inducono a diminuire i ritmi ed alle strategie conservative. Inevitabilmente la distanza tra i reparti si allarga e per le imbucate dei partenopei non c’è nulla di meglio. La profondità ed Osimhen tornano a confermarsi combinazione prolifica, ed il nigeriano realizza la doppietta alla prima di campionato.
È forse una punizione eccessiva per il Frosinone. Gli uomini di Di Francesco non hanno mostrato una tenuta di campo troppo spiacevole, naturalmente al netto delle garanzie tecniche. L’idea di base, in quello che vuole essere uno spartito tattico attento ed allo stesso tempo di qualità, è visibile. L’impressione è che ci sia ancora molto da lavorare sulla continuità di rendimento nei novanta minuti. Soprattutto sulla capacità di garantire compattezza e solidità nel corso della gara. Troppi corridoi, troppe le imbucate subite nella sfida di oggi. La qualità in Serie A è alta, ed il rischio è di soffrire ogni domenica il regista avversario.
Buona la prima, dunque, per il nuovo Napoli. Come detto gli azzurri ricominciamo da dove avevano terminato. Qualità, dominio e, specialmente, spessore nella conduzione della gara. I partenopei non si spostano di un millimetro da quel che è un atteggiamento consolidato, imponendo all’avversario il proprio gioco. È la continuità tanto auspicata a giugno. Garcia non è uno sprovveduto, e non poteva fare altro che esibire prosecuzione con i dettami Spallettiani. Gli uomini, d’altronde, sono (quasi) gli stessi. Ci sarà tempo per valutare il turnover con Kim, e per concedere a Cajuste la giusta rivalsa per una partita da ‘rimandato’. Intanto, Zielinski non è sembrato particolarmente distratto dal caos delle recenti settimane, in attesa di sviluppi da Vigo…