L’Editoriale – Un pareggio che significa successo, è semifinale per il Milan!
Termina in pareggio il ritorno dei quarti al Diego Armando Maradona, un risultato che conduce il Milan in semifinale, di seguito l’Editoriale per Calcio in Pillole.
L’Editoriale – Un pareggio che significa successo, è semifinale per il Milan!
Sin dall’inizio il Napoli fa dell’esigenza di recupero una virtù. La costruzione offensiva è assidua, costringendo i rossoneri ad abbassare il baricentro e difendere sulla propria trequarti. Il peso della gara, e di una rete, è parzialmente esemplificabile con la prudenza che vige in fase di possesso avversario. Le gabbie sul play sono la contromisura che Napoli e Milan condividono per bloccare le fonti di gioco della contendente.
La pressione degli azzurri si fa incessante con lo scorrere dei minuti. Sono gli esterni di Spalletti che, a piede invertito e rientrando nel centro del campo, provano senza precisione il tiro verso la porta difesa da Maignan.
Proprio come all’andata, però, il Milan ha l’occasione di colpire nel momento migliore dei partenopei. L’eccesso di foga di Mario Rui (e la sua ingenuità) costano il penalty per gli avversari. La vita nasconde misteri irrisolti, e la sua straordinarietà risiede nella sorpresa costante che essa riserva. In estate sembrava dover essere il trionfo dell’incompiutezza, stasera custode (momentaneo) delle ambizioni napoletane: Meret ipnotizza Giroud, ed il Maradona esplode.
Non bastavano le defezioni dell’andata. Il Napoli perde anche due pedine importanti a metà tempo. Alle noie fisiche si aggiunge la miopia del direttore di casa, che nega un rigore solare per i padroni di casa. Tra emergenze e ricerca disperata del pareggio, il Napoli tenta il possibile. Osimhen, però, resta alienato dalla manovra azzurra.
Come a San Siro, a ridosso della pausa i rossoneri gelano il cuore dei tifosi azzurri. Leao parte da centrocampo, e con il pallone tra i piedi evita avversari come fossero birilli. La velocità del lusitano è la spinta di un sogno che conduce Giroud all’occasione di espiare le proprie colpe.
Il Milan asseconda le velleità azzurre. Fa della compattezza e del cronometro l’alleato ideale per condurre il risultato verso il termine. La sensazione è che con il prosieguo della ripresa anche gli uomini di Spalletti perdano speranze, e mordente. Le azioni si susseguono, ma mai con la giusta cattiveria. Quando si ha l’occasione, il fallimento aumenta il rimpianto, e con esso la flessione.
Il rigore è l’unico neo in una prestazione impeccabile per la retroguardia meneghina, nonché l’espressione dell’eccezionalità di un portiere che è già un mostro sacro. La rete di Osimhen è invece l’ultimo – tardivo – moto d’orgoglio dei partenopei, che devono arrendersi al doppio confronto contro il Milan.
L’Editoriale – Un pareggio che significa successo, è semifinale per il Milan!
Il Napoli fallisce una rimonta che, con le premesse della vigilia, sarebbe stata davvero sinonimo d’impresa. I quarti restano il traguardo storico che il Napoli può vantare in una stagione eccezionale. I partenopei non sono mai riusciti a trovare in Osimhen il culmine della manovra. Senza un punto di riferimento le azioni parevano soffrire della stessa sterilità delle ultime gare. Gli infortuni, però, aiutano a comprendere come l’acido l’attico di una stagione sempre a mille possa materializzare l’impedimento principale per Spalletti. Al Napoli è mancata semplicemente lucidità, sia nei novanta minuti che, in particolare, negli episodi. Proprio in ciò che fa la differenza, il Napoli paga il prezzo dell’inesperienza che, siamo sicuri, si costruirà col tempo. Stasera potrà essere soltanto l’inizio.
La storia ha bussato alla porta, ed il Milan ha risposto presente. La semifinale numero sedici della storia europea rossonera è il coronamento del lavoro. La concezione di progetto al suo apice massimo, in una squadra dalla sintesi perfetta tra affermazione e aspirazione. Il talento il comun denominatore di un collettivo che sappia davvero far gruppo. Tuttavia, non ci si può esimere dal menzionare quel che, tra campionato e (soprattutto) Coppa, è stato un capolavoro di Pioli. Il tecnico rossonero è riuscito ad incartare Spalletti per ben tre volte in un mese. Blocco costante delle fonti di gioco, densità in area e valorizzazione di ogni qualità individuale. Soprattutto sacrificio, peculiarità che i rossoneri mai hanno dimenticato. Per il Milan il bello comincia ora. C’è un precedente che reclama vendetta in terra turca.