L’editoriale – Il Napoli rimonta un Genoa arrembate ma non convince

L’editoriale – Il Napoli rimonta un Genoa arrembate ma non convince

(Photo by Simone Arveda/Getty Images)

Nella sfida del Marassi il Napoli riprende il Genoa in doppio vantaggio, pur lasciando molte perplessità sul gioco, di seguito l’Editoriale per Calcio in Pillole.

L’editoriale – Il Napoli rimonta un Genoa arrembate ma non convince

Retegui
(Photo by Simone Arveda/Getty Images)

Non era questa la gara dove raccogliere punti, naturalmente, ma il Genoa non bada a presagi. La differenza di valori suggeriva il riserbo a scarsi ottimismi. In casa Grifone, però, non esiste arrendevolezza, e la lotta consente ogni mezzo utile (e lecito). Gilardino ha messo in campo tutta l’intensità tattica di cui la squadra ha comunque saputo avvalersi nei primi esordi da neopromossa. Soprattutto il 4-4-2 di inizio gara è volto a sorprendere gli uomini di Garcia, ed a sfruttare una panchina che, a gara in corso, può incidere sul match.
Ne consegue un inizio gara dai ritmi elevati. L’approccio dei liguri è veemente, fatto di aggressività e verticalizzazione. Quello del Napoli sicuramente distante dalla frenesia dei primi quarantacinque contro la Lazio. Il Genoa contende il possesso ai partenopei, gestendo con personalità tempi e palla.
In campo aperto il Napoli può sfruttare lo spazio per colpire. L’imprecisione delle prime uscite, tuttavia, sembra assumere i tratti della cronicità nel primo tempo genovese. Prima Osimhen, poi Si Lorenzo ed ancora il nigeriano falliscono il match point. Nel calcio, si sa, gol fallito… gol subìto. Una spizzata dal primo palo, sugli sviluppi di un corner, liberano Bani che non può fare altro che insaccare.
Blackout e doccia fredda, il Napoli torna negli spogliatoi colmo di confusione e sotto di una rete. Una riproposizione, per larghi tratti, del secondo tempo della sconfitta laziale. Meccanismi inconcludenti e scarsità di idee. Questa volta senza nemmeno lo sprint della prima metà.
Il buio diventa nero pece al 56′. Azione concitata e cross – senza pretese – girato in rete da Retegui.
L’affannosa reazione dei partenopei si tramuta in un intreccio frenetico, il quale finisce per esaltare la verve battagliera dei rossoblù.
Nell’oscurità il primo bagliore è di Raspadori. L’ottantuno riceve da Cajuste ed in un fazzoletto quasi rompe la rete. Il Genoa abbozza un contraccolpo ed il Napoli prende coraggio. Ad accendere la luce un’altra magia, questa volta di Politano. Uno spiovente morbido si avvicina al numero ventuno. Nemmeno il tempo che raggiunga la giusta altezza, la palla viene scaraventata con violenza furiosa nella rete.
Un finale alla disperata ricerca del gol (clamoroso) del sorpasso. Il tempo però è poco, e le squadre escono dal campo rammaricate, seppur con proiezioni e ragioni differenti.

L’editoriale – Il Napoli rimonta un Genoa arrembate ma non convince

Genoa Napoli editoriale
(Photo by Simone Arveda/Getty Images)

La vittoria all’Olimpico rimane una medaglia al valore di un primo successo arrembante, ma oggi il Grifone ha sfiorato il capolavoro. Dopo l’esordio dimenticabile contro la Fiorentina si è detto, a giusta ragione, di un Genoa in discesa di condizione. Maggiore confidenza con la categoria, e prontezza che si alimenta dei minuti giocati. Ora, però, oltre i consensi andavano raccolti i punti. Detto, fatto. Il Genoa però va oltre, e convince sotto tutti gli aspetti. L’idea di calcio di Gilardino è, fin qui, abbastanza chiara. Prudenza e compattezza, a protezione (e prevenzione) di ogni fatidico pericolo.

Dalla trequarti, tuttavia, i rossoblù possono vantare un terzetto (quando schierato) alle cui qualità affidare le sorti offensive della squadra. Malinovskyi, Messias, Gudmundsson e Retegui sono garanzia di incidenza. Quando accompagnati, però, il Genoa è un bel vedere. Un blocco unico che in colore giallo richiama al pericolo l’avversario, ma che lascia trasparire ottimismo per il futuro. Un blocco unico di linearità e competenza tattica. Rigore tattica congiunto ad idee ben precise. Perché è con le idee che in questo sport si vince, o ci si salva.

Le velleità da campioni chiamano, ed il Napoli non risponde. La copia sbiadita, che assurge a malinconico ricordo, della grande bellezza di pochi mesi or sono. Confusione ed idee da cercare con il lumicino, aggrappandosi affannosamente alle abitudini mnemoniche di un tempo. Distanza tra i reparti che precocemente si intravede già nella prima metà. Un reparto difensivo che non può dirsi impermeabile. Sarebbero tanti gli ‘spunti di rfilessione’ per Garcia. La verità è che il Napoli non è soltanto sulle gambe. Il Napoli ha smarrito quelle certezze che furono solida base del successo. Si salva la reazione. Una muscolare dimostrazione di caparbietà, ma che non può bastare. Le rivali corrono, ed il tempo stringe. È soltanto la quarta, ma le vittorie sono due. Non resta che scegliere quali debbano essere le rivali suddette.