L’Editoriale – Vincono le difese, Bologna e Napoli non si fanno male
Pareggio a rei bianche al Dall’Ara tra Napoli e Bologna, con l’attenzione che regna sovrana, di seguito l’Editoriale per Calcio in Pillole.
L’Editoriale – Vincono le difese, Bologna e Napoli non si fanno male
La memoria di ciò che è bello non si rimuove, e spesso assiste nel bisogno. Già al quarto minuto il Napoli rischia il vantaggio immediato con una delle più classiche triangolazioni di Spallettiana memoria. Raspadori si traveste da Politano, sostituendolo appieno nella zona di campo del ventuno. Lancio di prima ad innescare il vortice col numero nove sulle spalle. Conclusione rabbiosa che si spegne sul palo, poco margine di reattività per Kvaratskhelia che, nel rimpallo, non riesce a ribattere in gol.
Tra malumori e risultati alterni, l’inizio di stagione non consente esitazioni. Così il Napoli mette in campo tutta la voglia e la determinazione mancate nelle ultime uscite. La squadra di Garcia controlla campo e tempi. Per il Bologna né consegue un approccio insusuale, sicuramente elotnano dalle velleità della squadra di palleggio. Gli uomini di Motta sono costretti a serrare i reparti negli ultimi trenta metri, ben lontani dalle peculiarità spiccatamente tecniche della squadra.
Il match viaggia su di un sottile filo d’equilibrio, tra accenni di tensione e sporadiche folate. Se i rossoblù ben si adeguano alle necessità di compattezza che gli azzurri impongono, il Napoli mostra i primi – incoraggianti – segni di tenuta, tattica e fisica.
Le emozioni latitano, l’attenzione regna sovrana anche se le squadre non disdegnano il pressing sul portatore di palla. Il rispetto reciproco preclude corridoi importanti, gravando sulla tecnica sopraffina degli interpreti d’attacco.
Soltanto un episodio potrebbe sbloccare la gara, e Calafiori lo serve su di un piatto d’argento. Il cross rasoterra di Kvara viene intercettato e, nella carambola tra difesa e portiere, Calafiori allunga il braccio e condanna Skorupski a difendere la massima punizione. Il rigore è l’emblema di un inizio di stagione lontano dalla solidità delle certezze che hanno a ccompagnato la squadra partenopea per mesi. Victor si presenta sul dischetto col peso della sterzata decisiva, per la gara e per il campionato. Un aggravio determinante, e la palla termina lontana dalla porta, chiudendo il sipario su una gara che non avrà più nulla da dire. La fotografia di un tunnel dal quale il Napoli corre via lontano, alla ricerca di uno spiraglio.
È pur vero che sarebbe stata una punizione eccessiva per il Bologna. Gli emiliani non hanno mai rischiato troppo, anche quando il Napoli sembrava voler premere forte sull’acceleratore. Lo si è detto, l’attenzione è stata fulcro nodale. I rossoblù però hanno dato dimostrazione di non essere soltanto fnatasia e fraseggio, quanto anche ordine ed organizzazione.
L’Editoriale – Vincono le difese, Bologna e Napoli non si fanno male
Nell’arco di pochi minuti Garcia si assume il rischio delle scelte importanti, quelle che imporrebbero polso saldo di uno spogliatoio. Dando continuità alla discutibilità, il tecnico francese toglie prima Kvara, poi Osimhen. Se il georgiano, all’uscita dal campo, segue la falsa riga del malcontento genovese, con Osimhen si va ben oltre. Tra campo e panchina il nove azzurro lamenta una scelta che ritiene incoerente, protestando veemente la necessità delle due punte. Quel polso saldo che avrebbe dovuto assurgere a movente, sembra venir meno anche nel confronto con l’uomo più carismatico della squadra.
Eppure passi in avanti, sul piano del gioco, ci sono stati. La squadra è sembrata solida, sicuramente non vulnerabile. Gli azzurri non hanno mai prestato il fianco, dichiarando una nuova compattezza ed organizzazione. Il calcio, però, è sport fatto di uomini ed umanità. Oltre le lavagnette, le corse e le istruzioni c’è un rapporto. Ciò che funge da asse portante di un edificio in continua costruzione. Ciò che unisce uomini e allenatore è la benzina più pura per una squadra. Feeling e comprensione che oggi mancano.
Il Bologna offre ulteriore conferma di non saper solo allietare i palati fini. La solidità e l’assetto tattico si confermano dote ulteriore degli uomini di Motta, raggiungendo la seconda gara di fila senza subire reti, e la terza totale in questa stagione. Il merito di un lavoro, sin qui, eccezionale e di cui, forse, si parla troppo poco. Il Bologna di Thiago Motta aveva già impressionato, con il Monza, la scorsa stagione. Quest’anno, però, il mercato può consentire agli emiliani di sognare. Forse i sei punti sono addirittura pochi per l’espressione di gioco vantata dai felsinei. Il frutto di una paringite da cui la squadra dovrà reagire affidandosi ai propri uomini migliori. Soltanto loro stessi, infatti, potranno andare oltre la recente sterilità (secondo 0-0 e terza gara senza realizzare reti). Il tempo è dalla parte del Bologna. Soprattutto, lo è il talento.