La gara dei diritti TV di Serie A: Pacchetti e condizioni per il 2024-2029
Sempre più vicina l’assegnazione dei diritti tv di Serie A. Il campionato italiano vive una giornata cruciale, non solo per i successi delle squadre italiane nelle competizioni internazionali, ma anche per l’annuncio pubblicato stamattina sulla Gazzetta dello Sport. Questo annuncio dettaglia i tempi della gara per i diritti televisivi della Serie A per il periodo 2024-2029 e presenta le caratteristiche dei pacchetti sviluppati dalla Lega, racchiusi in una serie di documenti che si estendono per centinaia di pagine.
Il bando contiene tutte le informazioni relative agli Operatori della comunicazione. Il secondo fornisce dettagli specifici per gli Intermediari Indipendenti, mentre il terzo si rivolge ai soggetti interessati a presentare proposte per la commercializzazione e distribuzione del Canale della Lega di Serie A.
Diritti tv Serie A: Tutto ciò che devi sapere sulla gara dei diritti TV del calcio
A partire da oggi, 19 maggio, sul sito ufficiale della Lega è possibile trovare la descrizione dei pacchetti, dei diritti e delle condizioni per le offerte. Tali offerte potranno essere presentate a partire dalle ore 10.00 del 9 giugno e fino alle ore 10.00 del 14 giugno 2023.
All’interno del primo pacchetto, destinato agli operatori, sono presenti otto opzioni diverse. Una delle opzioni di base è la condivisione piena (co-esclusiva) di dieci partite per due soggetti. Un modello simile, ma non identico, prevede invece nove partite in co-esclusiva, mentre la seconda scelta del turno (la partita giocata il sabato sera) viene venduta separatamente sul mercato, sia in chiaro che in versione pay-per-view.
Vi sono anche configurazioni più orientate verso l’esclusività. Ad esempio, il modello “spagnolo” prevede la cessione di tre giornate su 38 ad un unico operatore in periodi strategici dell’anno come Natale, Black Friday e San Valentino, mentre le altre 35 giornate sono suddivise in cinque partite per un operatore e cinque per l’altro.
Inoltre, c’è il modello “vincente” dell’ultimo bando, che prevede sette partite in esclusiva per un soggetto e tre per l’altro. Ancora più orientato all’esclusività è il modello 8 + 2, in cui un soggetto ha il dominio, ma l’altro si aggiudica comunque partite importanti, come la seconda e la quinta scelta.
Esiste anche un pacchetto 9 + 1, ma solo per una durata di tre anni, in cui un soggetto è ultra-dominante, ma l’altro ottiene sempre la seconda scelta del turno del sabato sera. Secondo l’amministratore delegato della Lega, Luigi De Siervo, questa combinazione potrebbe generare l’offerta più alta da parte degli operatori.
Vi è anche un pacchetto più simile alla configurazione attuale, in cui DAZN è dominante e Sky si difende: dieci partite per un soggetto, di cui sette in esclusiva e tre in co-esclusiva con il secondo soggetto.
Il pacchetto “6-3-1”: La proposta più creativa e articolata per i diritti TV
Infine, c’è il pacchetto più articolato e che è stato definito da De Siervo come il più creativo: il pacchetto 6-3-1. In questo caso, sei partite vengono trasmesse stabilmente da una piattaforma, mentre una viene venduta separatamente (e potrebbe anche essere trasmessa in chiaro). Per le altre tre partite in palio, vale una co-esclusiva plurima, consentendo la distribuzione del pacchetto di partite anche dopo il primo anno, ma con la limitazione di ammettere solo quattro soggetti alla proposta.
L’obiettivo dichiarato della Lega Serie A è quello di raggiungere offerte per un totale di 1,2 miliardi di euro all’anno, con un incremento del 10% per i pacchetti quadriennali e del 20% per quelli quinquennali.
Il 15 giugno, la Lega avrà tutte le informazioni necessarie, o almeno molti elementi in più rispetto ad ora, per comprendere le intenzioni dei soggetti interessati ai diritti tv di Serie A. Per i presidenti delle squadre, l’obiettivo principale sembra essere raggiungere una cifra equivalente al triennio precedente per i diritti televisivi in Italia (circa 940 milioni di euro), sebbene molti sperino di poter superare la soglia di 1 miliardo.
Successivamente, ci sarà una fase di trattativa privata che si svolgerà in un solo giorno, in un’unica location, dopo l’apertura delle offerte. Questa fase dovrebbe risolvere eventuali “contraddizioni” tra le offerte più vantaggiose per la Lega tra quelle presentate.
Il risultato massimo raggiunto durante questa sorta di “camera di compensazione” sarà poi sottoposto all’assemblea dei presidenti, che potranno accettare o respingere l’offerta emersa dal mercato. L’alternativa sarebbe avviare il processo di distribuzione unica e successivamente l’opzione del Canale della Lega, affidato a un soggetto finanziario/imprenditoriale che ne curerà la gestione per dieci anni.
Se le tre fasi di negoziazione non dovessero portare a risultati ritenuti soddisfacenti dalle squadre – e ciò sarà chiaro già all’inizio di luglio – si avrà sempre la possibilità di ripartire da zero e avviare nuovamente il processo.
Attori principali delle offerte: DAZN, Sky, Amazon Prime e la possibile sorpresa Rai
Tuttavia, la situazione dei potenziali contendenti non sembra particolarmente entusiasmante. Con l’uscita di scena di TIM, il detentore attuale DAZN è il principale protagonista, anche se la sua prima esperienza triennale non è stata certo un successo. La piattaforma investe già 500 milioni di euro all’anno e non potrà più contare sul supporto garantito da TIM fino all’anno prossimo (340 milioni di euro annui).
Inoltre, c’è Sky, che ha appena investito ingenti risorse nelle competizioni continentali 2024-2027 e ha trovato un equilibrio e una posizione strategica come “La casa dello sport”, offrendo ampio spazio a motori, tennis e altre varie discipline oltre al calcio, senza più basarsi principalmente sul controllo dei diritti televisivi della Serie A. Inoltre, c’è Amazon Prime, che ha recentemente investito nella Champions League e ha una squadra giornalistica e produttiva con ambizioni che potrebbero consentirgli di fare di più nel settore calcistico. Tra le proposte interessanti per il gigante dell’e-commerce ci sono almeno due pacchetti: uno che include tre settimane in esclusiva e un altro che comprende la partita del sabato.
Infine, c’è la Rai durante del nuovo Governo Meloni, che potrebbe utilizzare i diritti televisivi del calcio come leva politica per fornire risorse essenziali al sistema calcistico, una possibilità che finora nessun governo ha seriamente considerato.
La situazione dei potenziali contendenti ai diritti tv di Serie A non sembra essere particolarmente entusiasmante, ma l’apertura delle offerte e la fase di trattativa privata forniranno ulteriori informazioni sulle intenzioni dei soggetti interessati.