Serie A

Diritti TV: il confronto tra Serie A e Premier League è impietoso!

I diritti tv sono un fattore ormai entrato a pieno titolo nel mondo del calcio e nei bilanci di società e campionati, in tutto il mondo. Che la Premier League sia il campionato più ricco al mondo, non ci sono dubbi. Così come non ci sono dubbi, ma probabilmente dovrebbero essercene, del fatto che tra il massimo campionato inglese e quello italiano c’è di mezzo un abisso.

In Inghilterra le entrate econimiche derivanti dalle televisioni e dai altri media allarga in maniera enorme il divario rispetto agli altri campionati. E, come conseguenza diretta, le squadre inglesi hanno molto più appeal perr i giocatori. Una dimostrazione di ciò è il fatto che anche in Championship, seconda divisione inglese, spesso si assiste a campagne di mercato che sforano senza problemi anche i 100 milioni di euro.

L’Italia è limitata sotto tanti aspetti, per quanto riguarda i diritti tv. Il campionato italiano manca di appeal, di nomi, di commercializzazione del titolo e di infrastrutture adeguate. Con moltissimi stadi, praticamente tutti eccetto pochi noti, che sono stadi datati, ristrutturati prima degli anni ’90 e mai rinnovati. E, in ultima analisi, anche con scelte politiche che hanno posto un vincolo importante.

(Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Diritti TV in Italia: come vengono asseganti e chi guadagna di più?

In Italia i diritti tv sono sottoposti al vincolo della Legge Melandri, seppur essa sia una legge che si avvicina alla decadenza. Una volata arrivata la quale, sarebbe garantita una enorme libertà di mercato. Questa legge ha imposto un blocco in merito alla cessione dei diritti alle emittenti all’estero. Di conseguenza, ha bloccato un mercato che garantisce, nelle altre nazioni, un giro di denaro molto intenso.

In Serie A la distribuzione di diritti tv prevede una divisione equa, tra tutte le squadre, di circa il 50% del budget. Nel caso specifico, ogni società quest’anno ha incassato 23,48 milioni di euro. Il restante budget viene assegnato alle squadre in base ad alcuni fattori. I quali si possono suddividere in un 20% assegnato per il radicamento sociale ed il 30% per i risultati sportivi.

La squadra che ha incasstao di più dai diritti tv è l’Inter, con poco più di 84 milioni di euro. Seguono Juventus e Milan, entrambe poco meno di 78 milioni di euro e distanti sono di circa 100 mila euro l’una dall’altra. Al quarto posto c’è il Napoli (circa 68,5 milioni) e la Roma (poco più di 64), che chiudono il cerchio delle squadre che incassano più di 60 milioni di euro. In totale, la Serie A ha distribuito circa 939 milioni di euro alle venti squadre.

In Inghilterra si sforano i 3 miliardi di euro.

La distribuzione dei diritti tv in Inghilterra fa impallire, nel confronto con l’Italia. Si va dai 939 della Serie A, ad oltre 3 miliardi di euro per i venti club inglesi. Anche in Premier Legaue c’è una quota distribuita in parti uguali ed altre distribuite sulla base dei risultati sportivi, senza dimenticare il capitolo infrastrutture. Ma la difjferenza sostanziale proviene dai ricavi esteri. Nel campionato inglese c’è una diversa modalità di distribuzione tra i diritti tv nazionali e quelli internazionali. Con gli ultimi che nel triennio 2022-25 hanno superato quelli domestici.

Passando alle cifre, questa differenza è evidente. Il Manchester City, capofila, ha incassato 187,2 milioni di euro: più del doppio dell’Inter. A seguire c’è il Liverpool, con 185,5, e conclude il podio il Tottenham a 176,2.

Ma il dato più incredibile riguarda il Norwich City, ultima nella lista per entrate provenienti dalla Premier League, che incassa 116,4 milioni di euro. Sono ben 32 milioni di euro più rispetto all’Inter. Ed è ancora più sconvolgente il paragone con il “fanalino di coda” della Serie A: il Venezia, con “appena25 milioni di euro.

Metodi per invertire la rotta.

La Premier League viaggia spedita come un jet, verso incassi che saranno sempre più alti e complessivamente miliardari. La Serie A non può certamente rincorrere gli inglesi. Ma può fare dei passi avanti importanti, se decidesse di punatre su questo aspetto economico.

Abbiamo già visto come le entrate internazionali, che per la Serie A sono bloccate, influiscano in maniera netta e inequivocabile sugli incassi. Con la decandenza della Legge Melandri si potranno fare passi avanti, specialmente nel mercato dell’Estremo Oriente e del Nord America. Ma, oltre a questo, l’Italia dovrà lavorare con decisione su tanti aspetti.

In primis, le infrastrutture. Stadi da migliorare, ampliare e arricchire, merchandising reso più reperibile, campagne di marketing più innovative e inclusive. E, in ultimo, anche investimenti sui settori giovanili, per rendere le compagini molto più competitive in Europa. Garantendo maggiori ricavi sin da subito, da quella fonte.

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Published by
Francesco Alessandro Balducci