Manca sempre meno all’esordio in Champions League per Andrea Pirlo. Da allenatore, s’intende, perché Il Maestro è stato un vero e proprio “intenditore” della coppa dalle grandi orecchie, quando vestiva maglietta e pantaloncini. Due vittorie – nel 2003 (proprio contro la sua attuale squadra) e nel 2007 – e due finali perse, nel 2005 e nel 2014 (con la maglia bianconera).
Ora però è tutta un’altra storia, da scrivere e raccontare, dalla panchina della Juventus. L’inizio – almeno in campionato – non è stato brillante, ma la musichetta della Champions, nuova per alcuni elementi della rosa, dà una carica in più anche ad una “squadra in costruzione“, come definita da Pirlo.
Di fronte, non un avversario qualsiasi, almeno per il tecnico bianconero. La Dinamo Kiev è allenata da un certo Mircea Lucescu, vecchia conoscenza del calcio italiano e soprattutto di Andrea Pirlo (e del suo vice Baronio). Il tecnico degli ucraini ha lanciato i due centrocampisti ai tempi del Brescia, facendoli esordire in Serie A, nonostante la loro giovane età. Due talenti diversi, due carriere diverse, legate da filo conduttore che porta il nome del loro avversario odierno.
I precedenti tra le due squadre premiano la Juventus, imbattuta nelle quattro sfide fin qui giocate contro gli ucraini. L’ultima risale all’edizione 2002-2003, che vide i bianconeri fermati in finale – ai rigori – dal Milan di Pirlo.
Nella Juventus non ci saranno Cristiano Ronaldo e McKennie, ancora alle prese con il covid-19, così come De Ligt, che sta recuperando dopo l’operazione alla spalla di qualche mese fa. Si rivede tra i convocati, invece, Aaron Ramsey.