Dimarco a DAZN: “Sono interista da quando sono nato”
Federico Dimarco ha raccontato ai microfoni di DAZN il suo ritorno a casa, quello all’Inter. Cresciuto nelle giovanili dei nerazzurri, è tornato finalmente sul prato di San Siro. La stagione attuale lo ha visto gioire una volta contro la Sampdoria, con una bellissima punzione.
“Il primo goal con la maglia dell’Inter ha significato tanto, per i tanti sacrifici fatti da quand’ero piccolo: ho rinunciato a tante cose e quando è arrivato il goal è stata un’emozione incredibile. Son cresciuto qua, sempre stato a Milano tranne quando sono andato fuori a giocare. Sono felice di essere tornato a casa. Poi sono interista da quando son nato: andavo in curva e per me è veramente un onore giocare per questa maglia. Il ricordo più bello che ho legato all’Inter? Il derby vinto 4-2, quando ha segnato Maicon da fuori area”.
Molto spesso mi fermo a calciare le punizioni a fine allenamento, ma non solo da quest’anno, ma da quando ero a Empoli. Mi fermavo a fine allenamento, calciavo 10 punizioni perché volevo sempre migliorare e ancora oggi voglio farlo. Quella contro la Sampdoria? Era quasi dentro l’area: potevo tirar solo in quella direzione, perché se la tiravo bassa il portiere l’avrebbe parata. L’ho tirata lì e ho fatto goal”.
Il suo è un percorso di crescita che parte da lontano: “La prima partita che ho fatto con Mancini, eravamo in tournée in Cina, mi ha schierato mezz’ala: non sapevo dove andare. Dall’anno scorso, invece, da quando ho imparato bene a fare il terzo, e fare il terzo con Juric è come fare la mezz’ala, mi sono sempre divertito moltissimo. Quanto mi sento coccolato dai tifosi interisti in questo percorso di crescita? Molto: anche quando l’anno scorso ero a Verona mi scrivevano molti tifosi dell’Inter e volevano che tornassi. E questo mi fa molto piacere”.
Si parla di singoli, di compagni di squadra “ideali” e di modelli de seguire.“L’attaccante con cui mi sono trovato meglio? Giampaolo Pazzini a Verona: di testa era forte.Quest’anno ci sono Edin Dzeko, Lautaro Martinez, Joaquin Correa e Alexis Sanchez che sono attaccanti forti. Se mi sento un terzino stiloso? Mi piace il talento: ci sono tanti terzini forti che mi piacciono e che hanno talento. Il miglior Marcelo del Real Madrid per me era una roba inarrivabile”.