Stefano Pioli ha tirato le somme di un 2020 da incorniciare per il Milan. La clamorosa rimonta post-lockdown nella stagione 2019/20, il rinnovo di contratto nonostante le voci sull’esonero e ora il primo posto in Serie A contro ogni pronostico, oltre al superamento della fase a gironi della competizione internazionale e del notevole impatto di Zlatan Ibrahimovic sulla squadra. Sensazioni e ricordi che il tecnico rossonero ha raccontato durante una lunga intervista concessa ai microfoni di Sky Sport.
“Avevamo bisogno del suo carisma e della sua forza così siamo stati subito pronti per aspettare la sua decisione e per fortuna quella scelta fu giusta. Ho sempre pensato che Ibrahimovic fosse il giocatore giusto per la nostra crescita, non ho mai avuto dubbi. Al nostro primo incontro non è stato di molte parole, ma avevo di fronte un campione, un motivatore e in campo un’ira di Dio. Mi ha detto: ‘Mister non ascoltare nessuno, io sto bene, domenica voglio giocare. Ti rispetto perché tu sei il mister e io il giocatore'”.
“Una sconfitta difficile da accettare, è stata una dura lezione che ci ha permesso di crescere e cambiare il modo di interpretare le partite. Il nostro percorso però è nato a gennaio grazie al mercato svolto dalla dirigenza. Ci ha fatto capire che avevamo intrapreso la strada giusta si vedeva si è vista quando abbiamo battuto chi stava davanti a a noi in classifica. Ci ha permesso di acquisire fiducia per diventare sempre più forti. Chiaramente perdere il derby è stata una delusione soprattutto perché eravamo in vantaggio di due gol. Quella gara ci ha convinto molto di più della nostra forza”.
“La gara con il Genoa è stata particolare perché era la prima gara senza tifosi. Ricordo che fu anche la prima volta che Gazidis venne a parlare negli spogliatoi. Fece un discorso coerente in cui ribadì che da lì in avanti tutti, me compreso, avremmo dovuto dimostrare di essere da Milan. Quando poi Gazidis mi ha comunicato la conferma poco prima della trasferta di Sassuolo mi ha detto ‘Tu non credevi al mio discorso quando vi dissi che vi giocavate la conferma’ io ho risposto ‘No Ivan, io c’ho creduto. È per questo che ho dato tutto me stesso’. La squadra e il mio staff tecnico non lo sapeva”.
“Il giorno dopo parlai con Zlatan per chiedergli di restare ma lui mi disse ‘Mister, mi manca la famiglia’. Io lì per lì non ho avuto la giusta reazione ma il giorno dopo – ha raccontato Pioli – riaprii il discorso dicendo che non poteva finire così e che sia io che la società avremmo fatto di tutto per riaverlo anche l’anno successivo qui”.
“Il mercato estivo è partito nel migliore dei modi con il rinnovo annunciato di Ibra e l’acquisto di uno dei giovani più promettenti del nostro calcio. Quando siamo tornati ad allenarci mi è sembrato che non ci fosse stato neanche un giorno di pausa. I preliminari sono stati importanti per dare a tutti i giocatori la possibilità di crescere e dimostrare ancora una volta di non aver abbassato il proprio livello rispetto all’anno prima”.
“Questo è stato un anno fantastico. Dobbiamo continuare con questa voglia di crescere e di andare ancora avanti. Fare i nove mesi che abbiamo fatto noi non era facile ma ci siamo riusciti arrivando così in alto. Abbiamo centrato tutti gli obiettivi che ci siamo prefissati, ma dobbiamo ancora fare metà della salita. Il Milan è l’amore della mia vita”.
“Quello che ho vissuto a Firenze mi abbia cambiato. Davide insieme a mio padre, che ho perso l’anno scorso, sicuramente ora sono due angeli custodi in più e credo che in questi risultati ci siano dentro anche loro”, ha concluso Pioli.