Diallo e Traore patteggiano: solo multa per il caso ‘falsi genitori’
Amad Diallo e Hamed Traore hanno patteggiato una sanzione pecuniaria con la Procura Federale. I due giocatori si erano resi colpevoli di aver fornito documentazioni false, per l’ingresso in Italia e il successivo tesseramento. A Diallo e Trarre è stata comminata una multa da 48mila euro. Ecco il comunicato della Procura della Figc
“Vista la comunicazione della Procura Federale relativa al provvedimento di conclusione delle indagini di cui al procedimento n. 1130 pf 19/20 adottato nei confronti dei Sigg. Amad DIALLO e Hamed TRAORE, avente ad oggetto la seguente condotta:
AMAD DIALLO, alias Traore Diallo Amad (nato l’11 luglio 2002 in Costa d’Avorio), in violazione dell’art. 4, comma 1, e dell’art. 32, comma 7, del Codice di Giustizia Sportiva per avere consentito, al fine di potersi tesserare, in data 14 gennaio 2015 (stagione sportiva 2014/15), con la società A.S.D. Boca Barco, con il nome di Traore Diallo Amad, che soggetti non tesserati (i sigg.ri Traorè Hamed Mamadou e Teher Marina Edwige Carine) ed altri soggetti allo stato non individuati, compissero atti volti ad ottenere attestazioni o documenti falsi o alterati per eludere le norme in materia di ingresso in Italia e di tesseramento, in quanto egli extracomunitario, attraverso il ricongiungimento a detti cittadini ivoriani, già residenti in Italia, che si fingevano genitore del calciatore de quo e ne richiedevano il ricongiungimento famigliare, utilizzando false certificazioni attestanti il rapporto di parentela. Per avere consentito, inoltre, al fine di poter stipulare il primo contratto da professionista con l’Atalanta Bergamasca Calcio S.p.A., in data 11 luglio 2018, con il falso nome di Traore Diallo Amad, che altri soggetti non tesserati (i sigg.ri Traorè Hamed Mamadou e Teher Marina Edwige Carine) compissero atti volti ad ottenere attestazioni o documenti falsi o alterati per eludere le norme in materia di ingresso in Italia e di tesseramento, in quanto egli extracomunitario, attraverso il ricongiungimento a detti cittadini ivoriani, già residenti in Italia, che si fingevano genitore del calciatore de quo e ne richiedevano il ricongiungimento famigliare, utilizzando false certificazioni attestanti il rapporto di parentela. Per avere, infine, egli stesso, ai successivi tesseramenti con società affiliate alla F.I.G.C., continuato ad utilizzare le false certificazioni che gli avevano consentito di ricongiungersi in Italia con genitori fittizi;
HAMED TRAORE, alias Traore Hamed Junior, (nato il 16 febbraio 2000 in Costa d’Avorio), in violazione dell’art. 4, comma 1, e dell’art. 32, comma 7, del Codice di Giustizia Sportiva, per avere consentito al primo tesseramento, in data 14 gennaio 2015 (stagione sportiva 2014/15), con la società A.S.D. Boca Barco, nella stagione sportiva 2015/16, con il nome di Traore Hamed Junior, che soggetti non tesserati (i sigg.ri Traorè Hamed Mamadou e Teher Marina Edwige Carine) ed altri soggetti allo stato non individuati, compissero atti volti ad ottenere attestazioni o documenti falsi o alterati per eludere le norme in materia di ingresso in Italia e di tesseramento in quanto egli extracomunitario, attraverso il ricongiungimento a detti cittadini ivoriani, già residenti in Italia, che si fingevano genitore del calciatore de quo e ne richiedevano il ricongiungimento famigliare, utilizzando false certificazioni attestanti il rapporto di parentela. Per avere, inoltre, egli stesso, ai successivi tesseramenti con società affiliate alla F.I.G.C., continuato ad utilizzare le false certificazioni che gli avevano consentito di ricongiungersi in Italia con genitori fittizi;