Dia: “Sono alla Salernitana per fare un passo avanti nella mia carriera”

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(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Boulaye Dia è sbarcato durante il mercato estivo in Italia. A portarlo in Serie A è stata la Salernitana che lo ha prelevato in prestito con diritto di riscatto dal Villarreal. Il franco-senegalese ha ripagato subito la fiducia del club campano mettendo a referto 3 gol in 6 presenze che hanno permesso agli uomini di Nicola di partire con il piede giusto in campionato. Il classe 1996 si è raccontato in una lunga intervista a SportWeek il settimanale della Gazzetta dello Sport. Di seguito ecco un estratto delle dichiarazioni di Dia.

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(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Dia: “A 18 anni facevo l’elettricista”

“I miei fratelli giocavano per le strade del quartiere, e io gli sono andato dietro. Non tifavo per nessuna squadra perché non avevamo la televisione per guardare le partite. Perciò da piccolo non avevo neanche un idolo. Più avanti ho ammirato Ronaldinho”.

“A Oyonnax, la città in cui vivevo, venivano spesso gli osservatori di quel club e del Lione. Un giorno ricevo un invito dal Saint-Etienne per un provino. Papà si offre di accompagnarmi. Non siamo mai arrivati a destinazione: al casello l’auto si fermò per un guasto. Stavamo pagando il pedaggio quando dal motore comincia a venire su un rumore strano. Papà accosta, chiama il carro attrezzi. Tornammo a casa in taxi. Dormii per tutto il viaggio. Arrivati, scappai a giocare coi miei amici. A quell’età non pensi alla sfortuna, alle occasioni perse o a robe del genere… Mi dissi: ‘C’est la vie’ e ricominciai la vita di prima”.

“Arriva un’altra chiamata, stavolta dal Lione. Mi invitano ad allenarmi coi loro ragazzi ogni primo mercoledì del mese. Vado, faccio tanti gol, ma sono piccolino, non cresco. A 15 anni ero il più basso di tutti: il Lione neanche credeva che avessi l’età che dichiaravo. Io non me lo spiegavo: oggi uno dei miei fratelli è alto 194 centimetri, gli altri sono intorno al metro e ottantacinque. Fatto sta, mi scartano. Due anni dopo inizio ad alzarmi”.

“A 18 anni mi diplomo elettricista. Faccio qualche lavoretto, anche se mi manca un altro diploma per considerarmi un elettricista vero e proprio. Lavoro pure in una fabbrica di auto: faccio le serigrafie sui telai. Pensavo di mettere i soldi da parte e riprovare col professionismo dopo un paio d’anni. Giocavo in settima divisione: se fossi arrivato in quarta ero sicuro che sarei salito ancora più su”.

“Arrivo in quarta divisione, come mi ero ripromesso, e mi chiama il Reims, che mi seguiva già quando ero stato al Lione. A marzo del 2018 mi chiedono se sono interessato a passare da loro. Rispondo: prima finisco il campionato allo Jura Sud, poi parleremo. Col Reims gioco le amichevoli estive, poi mi spostano nella seconda squadra, dove segno 3 gol in 6 partite, e a ottobre vengo richiamato in prima. Così è iniziata la mia storia”.

“Con la Salernitana ho provato un’emozione fortissima per il gol che ho segnato contro la Sampdoria. Un po’ meno l’esultanza. Ho messo la palla in rete e ho visto il muro di tifosi venirmi incontro ad abbracciarmi ma poi ho visto la bandierina. Champions? L’anno scorso era la prima volta, ma quel che mi interessa è stare in campo. Mercato? Al Villarreal ho iniziato a giocare ma poi dopo la coppa D’Africa ho visto poco il campo e ho deciso di cambiare. Qui a Salerno ritroverò il ritmo partita e questo per me rappresenta la possibilità di fare un passo avanti nella carriera».