Di Gennaro: “L’Inter ha vinto meritatamente la Supercoppa”
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto l’ex giocatore della Fiorentina e attualmente commentatore televisivo, Antonio Di Gennaro. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di calcioinpillole.com.
Su Inter-Juventus di Supercoppa Italiana
“Dal punto di vista del gioco e nella capacità di giocare un calcio moderno, l’Inter ha meritato la vittoria. Inzaghi dopo i primi mesi di esperienza in nerazzurro è migliorato. Poteva andare ai rigori, l’errore di Alex Sandro ha beffato la Juventus. In mancanza di tanti titolari, i bianconeri hanno cercato di sopperire. Negli ultimi tre anni, a parte la vittoria di Sarri dello Scudetto e le vittorie di Pirlo in Coppa Italia, non è la stessa in campionato. Qualche errore certo e gestionale c’è stato, è un momento di ricostruzione, poi mancavano giocatori importanti come Chiesa che portano delle attenuanti che però non devono essere sempre considerate. Qualcosina deve fare di più Allegri, arrivare al quarto posto serve anche per pianificare gli anni successivi”.
Sull’episodio di Bonucci che ha aggredito il Segretario dell’Inter
“Non l’ho visto, ma solo letto sui quotidiani. Ci sono le prove televisive, prenderanno dei provvedimenti”.
Sulla partita di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina
“Diventa complicato giocare ogni tre giorni, ma per quelli che giocano poco può servire. Spalletti li tiene sulla corda giusta, anche in campionato ha perso con squadre di livello inferiore: nei primi mesi pensavo che potesse spaccare il campionato, poi c’è stato un calo ma la squadra sta lottando per tutti gli obiettivi. Stasera è una partita difficile, la Fiorentina non può essere quella di Torino. Italiano ha ribaltato la mentalità, ma c’è Spalletti che conosce queste situazioni, si gioca per un obiettivo importante. Quelli che giocano meno hanno la possibilità di farsi vedere, ad esempio Petagna ha sbloccato l’ultima partita di campionato. Con le cinque sostituzioni si può arrivare ai 18 effettivi in rosa”.
Sul protocollo criticato da Mihajlovic
“Vorrei che parlasse uno soltanto, in questi anni si è parlato di tutto e di più. Per una volta decidano in maniera univoca, altrimenti ogni settimana esce qualcosa di diverso. Servono delle linee guida che siano uguali per tutti, che vengano prese le decisioni all’unanimità. Si fa fatica altrimenti, se cambiano le regole ogni volta gli addetti ai lavori possono non essere d’accordo e creare qualche problematica. All’estero queste cose vengono prese in maniera definitiva, qui in Italia vengono prese un po’ alla volta. Diventa difficile anche per noi commentatori”.
Vlahovic o Osimhen?
“Il primo è un 2000, l’altro è un 1999. Non lo so, come caratteristiche sono simili nel tenere la profondità, essere bravi in area o fuori area e fare gol in tutte le maniere. Prenderei Lewandowski (ride, ndr).