De Rossi, l’ultima bandiera di un calcio che non esiste più

Daniele De Rossi e l'ultima partita sulla panchina della Roma

Daniele De Rossi sulla panchina della Roma - @GettyImages - calcioinpillole.com

L’esonero di Daniele De Rossi ultima bandiera della Roma e del calcio italiano è stato un vero terremoto. Daniele è stato vittima di un sistema calcio che non fa più sconti a nessuno

Intorno alle 9:00 di questa mattina è arrivata la scelta della società A.S. Roma che con un comunicato ufficiale ha reso pubblico l’esonero di De Rossi. 3 punti in 4 partite, la paura di non arrivare in zona Champions League e altre motivazioni tecniche sono state le argomentazioni con cui la giornata di oggi è stata riempita per dare una motivazione all’esonero di DDR.

Un esonero che fa rumore ma che è soltanto l’ultimo esempio di come il calcio sia cambiato, di come il business intorno al mondo del pallone stia prendendo il sopravvento sul gioco. Forse la realtà è diversa da come ce la raccontiamo: non è più soltanto un gioco. Per De Rossi la panchina della Roma non era un gioco, non lo è mai stata; quando ha preso la mano in squadra nel gennaio del 2024 subentrando a Jose Mourinho è entrato in punta di piedi. Ha ricordato le ultime volte di Sir Claudio Ranieri: non sei te a scegliere la Roma, è la Roma che sceglie te.

Daniele De Rossi esonerato dalla guida tecnica della Roma dopo 4 giornate
De Rossi esonerato non è più l’allenatore della Roma – @GettyImages – calcioinpillole.com

DDR conquista l’Europa e ottiene il rinnovo: la storia prosegue

Più di 2 punti di media a partita, 6° posto in campionato, una semifinale di Europa League persa contro chi nella passata stagione ha perso una sola partita su 53 giocate. Daniele aveva meritato il rinnovo sul campo, attraverso il lavoro e i risultati. Il rinnovo firmato fino al 2027 è stato il premio di quanto dimostrato in 6 mesi di amore ritrovato. Ci sono poi i meriti del tecnico: una comunicazione vera, diretta, snella, non più mistificata come quella dello Special One; si parla di campo, di tattica; si parla di calcio e con Daniele si sa, di calcio potrebbe parlarne per ore e ore senza dover riprendere fiato.

Ora è tempo di programmare: i Friedkin sono soddisfatti, il pensiero, le energie e il capitale economico è tutto riversato sulla stagione 2024/25. Del resto con Daniele in panchina, simbolo della Roma, romano e romanista il progetto ha delle fondamenta più che solide. O almeno così si pensava.

Daniele De Rossi durante Genoa-Roma incita i suoi durante la partita
Daniele De Rossi nell’ultima partita con la Roma prima dell’esonero – @GettyImages – calcioinpillole.com

Il mercato, Dybala, gli esuberi, i risultati: De Rossi accerchiato da luci e ombre della Roma

Tutti gli addetti ai lavori considerano il mercato della Roma di livello, De Rossi in primis. Sono stati spesi 100 milioni di euro in una singola sessione di mercato e sono arrivati calciatori come Dovbyk, Hermoso ed Hummels (anche se questi ultimi due in ritardo e dal mercato degli svincolati). De Rossi chiede ed ottiene Soulé e Saelemaekers, ottiene Le Fèe e Konè a centrocampo e Abdulhamid in difesa oltre a Dahl e Sangarè. Vanno via Spinazzola, Rui Patricio, Abraham e Smalling tutti a fine ciclo; vengono ceduti anche Renato Sanches, Aouar, Belotti. Viene escluso Karsdorp dalla squadra. Poi i colpi dolenti: Bove via, Zalewski fuori rosa e Dybala diviso tra andare via e restare. Rimarrà per amore l’affetto dei tifosi, per la nazionale argentina e perché in Arabia a 31 da compiere un talento come Dybala è sprecato.

Tuttavia qualcosa non torna: De Rossi ha chiesto e ottenuto un mercato per giocare a 4 dietro e con un tridente davanti. Daniele è pazzo di Soulé, lo ribadisce ogni volta che può e anche l’argentino stravede per il tecnico romano ma con lui l’argentino a Cagliari fa fatica, contro l’Empoli fa peggio, a Torino contro la sua ex squadra gioca soltanto 61′ minuti e nel pareggio di Genoa rimane in panchina per tutta la partita. Sorte diversa tocca a Dybala: sempre in campo – a Cagliari da subentrato – sempre nel vivo del gioco, ma mai concreto. La Roma fatica, l’ambiente si scalda, Daniele è il simbolo della Roma ma la società rimane in silenzio, uno di quei silenzi che fanno rumore. Prima della trasferta di Genoa è stato Totti, amico fraterno e compagno dagli esordi in Serie A a metterlo in guardia:” rischi di essere il parafulmine della società se non arrivi in Champions”. Parole dal sapore di sentenza.

De Rossi non è più l’allenatore della Roma: bandiera cacciata, spazio a Juric

La Roma sostituirà De Rossi con Juric, ex allenatore del Torino ma a questo tutto il mondo giallorosso inizierà probabilmente domani a pensarci. Oggi la testa e il cuore vanno verso altri lidi, i pensieri invece ritornano a casi simili: lo abbiamo visto con il Milan di Maldini e Massara. Ai fondi esteri, agli americani, a chi non ha cultura del calcio non interessa il nome. Non interessa chi sei, cosa hai fatto per una società. Non interessa la tua storia o cosa tu rappresenti per i tifosi. Business e soldi non vanno d’accordo con il gioco del calcio, non come vorremmo noi. De Rossi quindi viene allontanato, i risultati – e i possibili soldi di una zona Champions – contano più dell’amore per la maglia. Dopo 4 giornate esonerare un allenatore può significare due cose: aver sbagliato programmazione o esser saccenti. Nel mondo del calcio moderno questo non è possibile e in un modo o nell’altro a farne le spese sono sempre gli stessi.