De Micheli: “Suarez? Non ho niente a che fare con l’esame”
L’esame di Suarez è tornato da stamani all’ordine del giorno. La notizia di oggi è che sul registro degli indagati ci sono scritti sette nomi. Tra essi figura il dirigente Fabio Paratici e l’avvocato torinese Maria Turco, indicata come “legale incaricato dalla Juventus” per l’allestimento dell’esame di italiano del calciatore nell’Ateneo umbro.
De Micheli Suarez, l’insinuazione
Oltre ai due, un altro noto nome è emerso dalle indagini. Fabio Paratici infatti contattò il ministro dei Trasporti Paola de Micheli, sua amica di infanzia. Motivo? “Per velocizzare la pratica ministeriale di riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez”. Questo è quanto emerso dalle carte dell’inchiesta della procura di Perugia e del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza. Secondo queste il ministro diede a Paratici il contatto del capo di gabinetto del Viminale Bruno Frattasi. De Micheli, si legge ancora, “ha ammesso” di aver procurato il contatto.
De Micheli Suarez, la risposta della ministra
La ministra non ha tardato a replicare pubblicamente riguardo questa recente e spinosa questione.
“Come dichiarato anche ai magistrati in qualità di persona informata sui fatti, lo scorso settembre il dirigente della Juventus, Fabio Paratici, mio amico di infanzia e originario della mia stessa città, mi ha contattata. Lo scopo era di avere informazioni su come completare la pratica per il riconoscimento della cittadinanza italiana del calciatore Luis Alberto Suárez Díaz”.
“Non avendo conoscenza della procedura specifica, ho chiamato il capo di gabinetto del ministero dell’Interno, Bruno Frattasi, per anticipargli che sarebbe stato contattato da un dirigente della Juve che aveva bisogno di avere informazioni necessarie per completare la pratica per il riconoscimento della cittadinanza italiana di Suarez”.