Oltre il DAZN, la beffa: cosa cambierà nei diritti tv dal prossimo anno
Problemi, situazioni e possibilità. Tre aspetti diversi collimati in una sola prospettiva: quella che dovrebbe ridare agli italiani la possibilità di tornare a vedere il calcio giocato in maniera decente. La stagione che sta per concludersi ha sottolineato – fra le altre cose – quanto è stato impegnativo vedere una partita di calcio alla televisione: tolto il pallottoliere con cui gli utenti dovevano fare i conti ogni volta per capire quali partite si vedessero su Sky e quali fossero trasmesse su DAZN, imperava il problema della ricezione.
La nuova realtà streaming ha dato più dubbi che certezze: basta guardare saltuariamente la home di Twitter e in tendenza troviamo – a settimane alterne – l’hashtag DAZN. Segno che la piattaforma dà problemi anche a coloro che hanno una smart tv. Non dipende dalla qualità degli apparecchi, ma dallo stress a cui queste realtà sono sottoposte: in più di un’occasione il calcio in streaming si è rivelato fallace poiché la portabilità ne risente. Vale a dire che il numero di utenti collegati simultaneamente è troppo elevato rispetto a un film o una serie.
DAZN spacca la Serie A: la questione dei diritti tv divide le emittenti
Il calcio va visto in tv, magari con la connessione a Internet – come sta facendo Sky da qualche tempo – ma è impossibile immaginare il mondo del pallone solo e unicamente in streaming. Le disdette reiterate hanno portato DAZN a una presa di coscienza: serve un accordo con Sky, tra gli altri lo dice anche “Il Sole24Ore” che annuncia un possibile sodalizio fra Rogoredo e DAZN. La piattaforma dovrebbe finire su Sky Q. Questo, in parole povere, dovrebbe portare – per i prossimi due anni – maggiori utenze. In attesa di riformulare gli accordi. Magari con più consapevolezza sul tema e maggiori stress test, per evitare che i fruitori siano costretti a vedere partite in ritardo o a metà.
Succede di tutto, per aspettarsi anche di più, ma restano molte domande aperte: che fine fa l’accordo con TIM? DAZN, infatti, ha stipulato una sorta di “patto” con TIM Vision per consentire agli abbonati di vedere il campionato di calcio Serie A e le coppe anche in televisione. Soltanto che, anche in questo caso, il segnale ha fatto i capricci in più di un’occasione: il disappunto si è trasformato in pesanti lamentele che hanno portato a disdette e – nel migliore dei casi – rimborsi. Questo significa che la partnership va rivista: in questa falla vorrebbero intromettersi, oltre a Sky, primo concorrente a cui DAZN si è rivolto per evitare l’irreparabile, anche Amazon e Vivendi. Resta sempre, però, il problema dello stress test.
Sky e Amazon in attesa, frenata sul canale della Lega Calcio
Questione che a Sky hanno risolto, ma dalle altre parti stanno sistemando. Tradotto: quanto carico può reggere una singola emittente che sia in streaming o televisiva? Interrogativo per cui è stato anche sospeso – momentaneamente –il canale tematico sulla Lega Calcio. Anche questo era in programma negli accordi iniziali, la frenata è diventata obbligatoria di fronte ai problemi – a tratti insormontabili – che si sono verificati in questi mesi. Un campionato di calcio a singhiozzo, dove le radio sono tornate di moda, per vivere 90 minuti a settimana (usando un eufemismo grazie al campionato spezzatino) senza problemi.
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Va bene limitare il “calcio moderno”, ma nel 2022 non è neanche pensabile ritrovarsi a metà di un evento cruciale senza poter vedere nulla. Continuando, però, a pagare. Occorre fare un passo indietro per riaccendere – in tutti i sensi – la passione di chi non può permettersi necessariamente un abbonamento allo stadio ma non vuole perdere l’emozione del calcio d’inizio: è possibile riappropriarsi delle buone abitudini. Ripartenza è la parola più usata di recente, applichiamola anche al calcio in tv. Qualsiasi cosa voglia dire.