Napoli, Conte si presenta: “Darò tutto per questi tifosi. Vogliamo far tornare grande il Napoli. Kvara e Di Lorenzo restano”

Napoli, Conte si presenta: “Darò tutto per questi tifosi. Vogliamo far tornare grande il Napoli. Kvara e Di Lorenzo restano”

Antonio Conte, neo allenatore del Napoli - lapresse - calcioinpillole

E’ il Conte day a Napoli. La conferenza stampa di presentazione del tecnico direttamente da Palazzo Reale.

Conte e il Napoli sono pronti a cominciare la loro avventura insieme. A breve il tecnico salentino sarà in conferenza stampa, direttamente da Palazzo Reale.

Ore 15.15 – Posticipato di 5 minuti l’inizio della conferenza stampa. Presente anche un centinaio di tifosi all’esterno di Palazzo Reale.

Ore 15.22 – Inizia la conferenza stampa di presentazione di Antonio Conte, al suo fianco anche il presidente De Laurentiis. Prende subito la parola il tecnico. “E’ la prima volta che mi presentano così. C’è emozione, nonostante abbia avuto una carriera lunga. Vi ringrazio, ringrazio Napoli. Di solito, prima di ricevere do qualcosa, qui è il contrario”.

Ha una promessa da fare ai tifosi?
“Posso promettere serietà, una parola che viene sottovalutata. Darò tutto per il Napoli, trasmetterò la mia cultura, la mia mentalità e le mie idee. L’obiettivo per un allenatore, oltre che scrivere la storia, è quello di rendere orgogliosi giocatori e tifosi. Nel calcio c’è la vittoria e la sconfitta ma bisogna dare il massimo. Questa è la mia promessa, daremo più del massimo”.

Hai una strategia per raggiunger gli obiettivi?
“Napoli è una piazza importante, passionale. Lo sarà sempre, al di là degli allenatori e dei giocatori. Noi dovremmo cercare di alimentare questa passione, è una nostra responsabilità. C’è un grande fuoco e dobbiamo alimentarlo”.

Che faccia avrà questo Napoli? Le interessa il mercato sudamericano?
“Dobbiamo avere una faccia inc****ta. Veniamo da un’annata in cui tante cose non sono andata. Dobbiamo essere arrabbiati e dimostrarlo in campo, a livello calcistico e comportamentale. Per il mercato, al di là del continente, vogliamo fare le cose migliori e portare qui calciatori che possano migliorare la rosa”.

Perché ha scelto Napoli?
“Ho scelto questa piazza per il progetto. Ho firmato un contratto di 3 anni, il club è stato chiaro. Il progetto di cui abbiamo parlato sarà quello di cercare, nel più breve tempo possibile,  di far diventare il Napoli protagonista e di levare la scena alle solite note. Sono 14 anni che il Napoli è entrato in Europa, si è vinto uno scudetto. Lo scorso anno non è stato positivo, bisogna ricostruire. Ci vorrà tempo e pazienza, cercheremo di prenderci questa responsabilità, affinché il Napoli diventa un’alternativa credibile. Il presidente mi ha trasmesso entusiasmo, non vediamo l’ora di iniziare. Dall’estero era arrivata qualche proposta ma c’era una promessa, con il presidente, che ci saremmo rivisti. Abbiamo trovato la quadra, nella voglia, nell’ambizione. Vogliamo ricominciare, per cercare di costruire fondamenta solide che possano durare nel tempo”.

Che feeling ha con la gente del sud?
“Parlate con un uomo del sud, sono nato a Lecce e conservo le mie origini. So cosa vivere e cosa rappresenta qui il calcio, non è altro che un ritorno a casa. Per me è una grandissima soddisfazione e un onore arrivare nella squadra che rappresenta il meridione”

Quanto tempo servirà per vedere qualcosa di concreto?
“Bisogna ricreare quelle fondamenta importanti per cercare di essere competitivi. Come ho detto prima, chi ha tempo non aspetti tempo. Per me giù domani potremmo fare qualcosa di buono. Io partire già a fare battaglia, poi bisogna essere realisti. Due anni fa si è vinto lo scudetto ma lo scorso anno la squadra ha finito a 40 punti dalla prima, a 20 dalla seconda. Dopo 14 anni è fuori dalle competizioni europee, non bisogna pensare che cambiando l’allenatore diventi tutto facile. Non possiamo competere con le solite note per il monte ingaggi, noi però possiamo creare delle basi solide: basate sul lavoro. Amm faticà, questa è la verità e su questo non ci deve battere nessuno. Sulla cultura del lavoro, sulla voglia di vincere non dobbiamo essere secondi a nessuno e solo così possiamo accorciare il gap. Non ho pazienza a fare il comprimario”.

Nelle difficoltà lei si esalta, come gestisce la situazione di alcuni calciatori che hanno chiesto la cessione?
“Le stiamo gestendo insieme al club nel migliore dei modi. Sono stato molto chiaro, prima di parlare di aspetti contrattuali, ho voluto una rassicurazione: quella che avrei deciso io chi sarebbe rimasto e chi avrebbe potuto prendere altre strade. Se parliamo di riscatto, progetti e pensiamo di dar via i giocatori migliori è un controsenso. Ho trovato condivisone dal club, ho parlato con tutti i ragazzi per far capire le mie idee. Ho sentito cosa avevano loro da dirmi, alla fine se ci sono i problemi li risolvono perché la decisione è mia. A Napoli non c’è nessuna confusione, c’è chiarezza nelle idee”.

Interviene De Laurentiis
“Si riferiscono a Kvara e Di Lorenzo. Quest’ultimo è un giocatore e un uomo straordinario, posso capire che si sia sfastidiato, si è sentito abbandonato. Non è stato così perché è impossibile abbandonare una persona come lui. I giocatori sono ragazzi giovani, a volte sono carichi a volte si scaricano. Speriamo che dopo gli Europei, possano essersi rasserenati. Per Kvara non ci sono problemi, abbiamo un contratto. Mi siederò con Manna, il ragazzo e l’agente per proporre un adeguamento contrattuale. Si può dire quello che uno vuole. C’è qualcuno che magari fa delle offere contra legem, in uno di quei club c’è anche il presidente dell’ECA (Al-Khelaifi ndr). Non mi meraviglio più di chi è corretto e chi no”

Ha parlato anche con Osimhen? 
“Torno un attimo sull’argomento precedente. Di Lorenzo, oltre ad essere un giocatore top, lo considero una persona per bene e fondamentale nello spogliatoi. Lo stesso vale per Kvara. La frustrazione dello scorso anno ha portato a situazioni non limpide, siamo tutti uomini e rimboccarsi le mani con stima e fiducia reciproca. Quest’anno deve essere una stagione di rivalsa. Mi sono opposto alla cessione di questi giocatori. So della situazione che c’è intorno ad Osimhen, so bene che ci sono degli accordi col club. E’ una situazione diversa, parliamo di un calciatore eccezionale ma non posso entrare in questo discorso. Ho accettato quanto mi è stato detto dal presidente”.

Su Meret e Caprile quale sarà la scelta?
“L’ossatura della squadra comprende anche difensore centrale e centrocampista, oltre a portiere e attaccante. Per quanto riguarda Meret è il nostro portiere e gode della mia piena fiducia. Ho parlato con lui e sa benissimo quali sono le mie richieste nei suoi confronti, stiamo parlando di uno che ha grandi doti. Sta arrivando anche Caprile che lo stavo seguendo, sta facendo un percorso importante. Noi abbiamo la fortuna di poter contare su due portieri che possono essere il presente e il futuro”.

Come si approccia ad una nuova squadra? Ci sono delle similitudini rispetto alle sue esperienze precedenti?
“L’unica esperienza in comune è quella con il Chelsea. Due anni prima avevano vinto il campionato e quello dopo hanno mandato via l’allenatore e arrivarono decimi, poi arrivai io e vincemmo la Premier. Lì è stato fatto qualcosa di incredibile, ci sono delle super potenze in Inghliterra. Vincere, dopo un decimo posto, è incedibile. Quello che non posso promettere è la vittoria, perché vince solo una. Dobbiamo iniziare un percorso per essere competitivi e lottare per vincere. Testa bassa e pedalare, bisogna parlare poco c’è da fare i fatti. Non servono proclami, bisogna farle le cose. Il dire o cercare di vendere aria fritta non è da me. Bisogna recuperare ciò che abbiamo perso”.

Per lei sarà un peso o uno stimolo allenare il Napoli?
“Questa è una città in crescita, stiamo vedendo che Napoli sta crescendo come merita. Il calcio è un veicolo trainante per questa città. La passione che c’è qui, ci sarà sempre. Napoli è malata per il calcio, in senso positivo. Io penso che è inevitabile che la città debba migliorare per proprio conto, il pallone è un altra cosa. Noi siamo partecipi e cercheremo di coinvolgere sempre di più il popolo napoletano. Sarebbe bello veder crescere Napoli sotto tutti i punti di vista, cercando magari di portare più gioia con i risultati in campo”.

Questa è la più affascinante e complicata sfida della sua carriera?
“Arriva nel momento giusto, penso di essere un allenatore che ha maturato esperienze che mi portano ad affrontare  questa sfida con serenità. La gente mi ha chiesto se avessi paura di allenare il Napoli. Ma paura di che? Per me è un piacere, sapendo le difficoltà. A me nessuno mi ha regalato niente, ho conquistato tutto con il sudore e la fatica. Questo trasmetterò ai miei calciatori. Abbiamo avuto una fortuna ma il talento, senza la voglia di migliorarsi, non è niente. Questa sfida arriva nel momento giusto, voglio godermi questo entusiasmo. Ci metterò tutto quello che ho, come ho sempre fatto”.

Che squadra troverà in ritiro? Vuol dire qualcosa su Lukaku?
“C’è tanta voglia di riiniziare. Parlando con il club, quando capita una brutta annata non bisogna farsi prendere dal panico. Bisogna rendere le giuste decisioni, la maggior parte della rosa verrà riconfermata. Ritengo i calciatori validi anche come uomini. Dovremmo acquistare in maniera mirata, portando giocatori che ci possano dare dei benefici. Le competenze sono importanti, il mio più grande pregio è quello di migliorare i giocatori. Posso contare su una buona base, da qui fino ad agosto ci sono delle situazioni in entrata e in uscita che faremo rispettando i parametri. Romelu è un calciatore forte, non bisogna commentarli ma ammirarli e sperare di averli dalla propria parte e mai contro”.

Quale è il reparto che andrà rinforzato maggiormente? Buongiorno è un obiettivo?
“I numeri non dicono la verità, però fanno fare delle riflessioni. Il Napoli ha preso 48 gol ed è stata la decima difesa del campionato. Il dato che fa riflettere sono i 27 gol subiti in casa, una delle peggiori del campionato. Bisogna ritrovare un equilibrio. Non ho mai visto squadre che vincono con difese che prendono tanti gol. Il troppo offensivo o il troppo difensivo non porta da nessuna parte, bisogna trovare la via di mezzo. C’è da fare delle riflessioni, quando prendi gol non dipende solo da difensori e portieri ma partecipano tutti i giocatori. Vogliamo apportare dei correttivi. Girano tanti nomi, cercheremo il profilo migliore rispettando i paletti. In difesa faremo qualcosa a livello tattico e di uomini per dare più sostanza”.

Quale sarà il modulo di questa squadra?
“Penso che nei momenti di difficoltà bisogna portarsi dentro il dolore. Il dolore che portiamo dentro ci farà fare qualcosa in più. Le caratteristiche dei calciatori sono importanti, l’allenatore bravo è colui che li esalta. Non andrò mai dietro ad una mia idea per snaturarli. Dal punto di vista tattico saremo molto duttili, stiamo parlando di cose viste in televisioni. Quando li avrò sottomano capirò la loro forza. Punteremo sempre a fare un gol in più dell’avversario”.

Quanto può essere utile non avere le coppe?
“Io faccio lavorare il giusto. A livello di fatica se ne fa un terzo rispetto a quando giocavo io. Ora il pallone viene utilizzato molto di più. Penso che a volte la fatica bisogna sentirla, perché è li che conosci te stesso. Capisci lo stress, dietro al metodo c’è una filosofia che ho creato dopo 15 anni di carriera. Sono stato allenato da un figlio di Napoli, Giampiero Ventrone, che non c’è più. Lavoreremo senza se e senza ma”.

Dove vede Kvara?
“Kvara rimane! Lui è un calciatore che ha caratteristiche importanti, ce ne sono sempre meno come lui. E’ forte nell’uno contro uno ma anche quando viene dentro è un fantasista. Quello che faremo sarà esaltare le sue caratteristiche, se lo tieni sistematicamente dentro lui perde la sua libertà mentale, dobbiamo assecondarlo. Abbiamo tanti giocatori che hanno capacità di fare entrambe le cose. L’idea tattica è chiara , bisogna capire quando difendere con 5 canali e quando con 4. La costruzione e il modo di attaccare sarà molto simile”.

Come risponde alle dichiarazioni di Ibrahimovic?
“Rispetto tutti, non ricordo bene cosa abbia detto. Io mi considero un manager, dal punto di vista tecnico e gestionale. Da qualche altra parte questo poteva dar fastidio”.

Vuole far crescere Raspadori e Folorunsho?
“Il mio compito non riguarda solo questi due giocatori, voglio migliorare tutti. Finché non smetti di giocare hai possibilità di migliorarti. Ho sentito Micheal che, come Caprile, ha fatto un percorso serio. Oggi deve fare uno step in più, ha qualità fisiche importanti e non vedo l’ora di conoscerlo. Jack ha grandi qualità tecniche e grandi margini, ci può dare tanto. Una cosa è guardarli, una cosa è averli e capire dove possono crescere. Ci deve essere la voglia da entrambe le parti”.

Quale sarà la prima scossa che vuole dare?
“La scossa fasi dà con l’esempio, solo così conquisti la leadership. La prima cosa che farò, sarà quella di far capire che li proteggerò da tutto ma loro mi dovranno dare tutto quello che hanno. Una cosa che mi fa arrabiare è quando non vengo corrisposto, mi fa capire che non sono adatti al mio modo di pensare. All’inizio è tutto rosa e fiori ma poi ci sono le cadute, le lacrime e tanti, durante il percorso, li perdi. Mi auguro che tanti seguiranno la mia strada”. 

Cosa ritiene di dover fare nell’immediato per ridare consapevolezza?
“Bisogna essere equilibrati e trovare una giusta via di mezzo nello spiegare come si è passati dallo scudetto al 10° posto. Quest’ano sarà tutto diverso. Lo scorso anno il Napoli si è trovato a gestire la vittoria ed è completamente diverso. Quando vinci cambiano le dinamiche, ci sono onori ma soprattuto oneri. Dovremmo far tesoro di quanto accaduto, bisogna ricercare la vittoria ed essere più bravi a gestirla. Nessuno deve scendere dal carro, sia in caso di vittoria che di sconfitta”.

Che messaggio manda agli avversari? 
“Non è il momento di parlare. Oggi potremmo dire tante fesserie che potrebbero tornarci in faccia. Oggi è il momento di fare, dobbiamo avere dentro quella voglia di rivalsa. Ha dato fastidio a me, da esterno, quello che è successo al Napoli, figuriamoci a chi era dentro. Non rinnego quello che ho detto: sono tornato in pista non per fare la statuina, questo deve essere chiaro. Per me è un onore far parte della storia di Napoli. Ho ricevuto tanto ma non ho dato ancora niente, sono in forte debito”.

Il Napoli di Conte come si colloca sul piano del gioco?
“Non condivido quelli che parlano di risultatisti e giochisti. L’obiettivo è entrare nel cuore della gente. Ho scritto qualche pezzo di storia. A volte si va dietro il fumo, io sono per la praticità. Quando le mie squadre hanno vinto hanno sempre avuto miglior attacco e miglior difesa. L’allenatore bravo è quello che coniuga il bello al risultato finale. A volte chi fa il risultato brutto viene premiato”.

Cosa promette a De Laurentiis?
“E’ stata una conferenza di promesse, sono rivolte anche al presidente. Lui è il primo tifoso, è colui che in prima persona ne risponde. La promessa che posso fare è quella di dirgli sempre, non la cosa giusta, ma la cosa che penso. Non cambierò il mio modo di essere, se devo dire qualcosa glielo dirò direttamente. Sono spontaneo e diretto, non mi piace girarci attorno. Oggi mi sto dilungando molto perché ci dobbiamo conoscere ma meno parliamo e meglio è”.

Lei accetterà di perdere giocatori demotivati o li motiverà lei a rimanere?
“Quello che mi auguro è che il Napoli non venga visto come una squadra di passaggio, ma come una meta. Il calciatore deve venire qui consapevole che la squadra lotterà per vincere. Se uno non è contento non lo accetto, patti chiari e amicizia lunga. Se qualcuno non è contento rimarrà comunque al mio fianco”.

Cosa promette De Laurentiis a Conte?
“All’inizio della mia avventura nel calcio non capivo certe dinamiche. Quando andavi in Inghilterra a vedere lo United, capivi. Lì c’era un allenatore che era anche un manager. Conte ha fatto esperienza lì ed ha acquisito questa reputazione. Lui ha un’idea a 360° affinché le cose messe al posto giusto, contribuiscono al successo dell’impresa. Sono molto felice di averlo perché è un grande manager, non solo un grande allenatore. La frase che sono tutti cedibili è una massima valida per tutti. I contratti possono scadere e la società deve valutare se conviene perderli. Il nostro capitano ha 5 anni e ci tengo molto a lui, è nel gioco delle cose che il suo agente provi a mandarlo via. Da questa parte ci sono due persone che hanno dimostrato, ognuna con le sue modalità, di riuscire a fare delle cose complicate in posti complicati. Io prometto di farvi divertire perché sono indipendente”.