Mai smettere di credere nei propri sogni, anche quando sembrano impossibili da realizzare. Chiedere a Ebrima Darboe, un ragazzo di solamente 19 anni, per conferma. Colui che è sbarcato in Sicilia per scappare dalle torture in Libia ed è riuscito a esordire in Serie A con la maglia della Roma.
Nato il 6 giugno del 2001, Darboe nella sua infanzia ha sofferto molto la fame e i problemi, avanzando con l’età, diventavano sempre più pesanti (complice anche la morte del padre). Ha salutato la mamma, il fratello e le due sorelle piangendo ed ha dovuto lasciare il suo paese, con la speranza di un futuro migliore, a solamente 15 anni. Lui stesso ha dichiarato che, oltre ai suoi sogni, anche un pallone ha viaggiato insieme a lui. Con l’ambizione di diventare un giocatore professionista. Sbarcato in Libia, è stato trasferito in un campo profughi da trafficanti di esseri umani. Lì, purtroppo, ha dovuto subire violenza di vario genere fino a quando non è riuscito a prendere un barcone direzione Sicilia. Ospitato inizialmente dal Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, è stato trasferito in seguito in una casa famiglia di Rieti. Ha iniziato a giocare a pallone da mediano con l’Asd Young Rieti e durante un’amichevole è finito sotto gli occhi della Roma.
Dopo vari allenamenti a Trigoria, è riuscito a coronare il suo sogno nella partita di ieri nel match contro la Sampdoria: dieci minuti di gioco da subentrato al posto di Villar ed esordio in Serie A. Il suo stipendio è di 50mila euro all’anno: quasi tutti vengono mandati da Darboe alla sua famiglia.