Nessuno, in stagione, ha il suo minutaggio (2.941 minuti giocati sin qui), nessuno ha ricoperto più ruoli (centrale, terzino, mediano…): Danilo è la pietra angolare della Juve di Pirlo. L’unico giocatore di cui non si può fare a meno. Perché è affidabile, ma anche tatticamente intelligente, come ce ne sono pochi in tutto il campionato. Lui, terzino naturale, chiamato a fare il terzo in difesa non ha mai sfigurato. Poche sbavature e tanta sostanza anche in mezzo al campo, ruolo solo all’apparenza inconsueto: ai tempi del Santos, giovanissimo, gli è capitato di giocarci spesso. Contro la Lazio è stata l’arma segreta capace di arginare una delle mediane migliori d’Italia.
Domani, contro il Benevento, Danilo tornerà a fare il terzino, ma a destra, al posto dello squalificato Cuadrado. Confermandosi una garanzia, da cui la Juve vuole e deve ripartire, perché tra tante cose che non hanno funzionato, il brasiliano è una delle poche certezze. E non va poi dimenticato il pedigree europeo, che tolto Cristiano Ronaldo, da queste parti, certo non abbonda. E allora, prima ancora che apra il mercato estivo, è bene sgombrare il campo da qualsiasi dubbio.
Danilo è il presente, e sarà il futuro, della Juve. Sarà un punto fermo anche nella prossima stagione, insieme, presumibilmente, a De Ligt, Demiral e Romero. Difficile leggere il futuro di Chiellini, sempre più lontano dal campo, mentre Bonucci difficilmente sarà ancora il fulcro della difesa. Cuadrado ed Alex Sandro non sembrano in predicato di lasciare Torino, ma nel nervato estivo nulla è scontato, neanche la permanenza di Cristiano Ronaldo e Dybala. E se a centrocampo è lecito immaginarsi almeno uno tra Rabiot e Ramsey nella lista dei partenti, chissà che alla fine a salutare non sia Bentancur. Solo i giovani, come McKennie, Kulusevski e Chiesa hanno il “posto” assicurato. E Danilo, perché vale per tre.