Daniel Maldini: “Sì, il Venezuela mi ha chiamato. Ritorno al Milan? Solo in un caso”
Daniel Maldini si è raccontato in una bella intervista per SportWeek. Tantissimi i temi toccati dal giovane, alcuni davvero cruciali. Tra Milan, Monza e Venezuela.
Daniel Maldini sta finalmente vivendo una stagione all’altezza delle aspettative. Dopo il prestito all’Empoli c’è stato il Monza a gennaio, un club in grado di capire le sue necessità e il modo migliore per condurlo a crescita e sviluppo. Almeno questo dicono i fatti, dato che il figlio d’arte, sotto l’ala di Raffaele Palladino, sta mostrando parte del suo buon potenziale. Il futuro resta comunque un rebus. Sempre di un Maldini parliamo, e sempre di un calciatore legato al Milan contrattualmente. Il sogno sarebbe chiaramente quello di affermarsi in rossonero per continuare la gloriosa dinastia, ma Daniel nella recente intervista a SportWeek è stato molto realista.
Il figlio di Paolo e nipote di Cesare, si è raccontato a 360 gradi, non tralasciando il tema del futuro e anche quello della Nazionale. Infatti, è recente la notizia che sia stato contattato dal Venezuela, date le origini della madre Adriana Fossa. Di questo e tanto altro ha parlato a SportWeek. Di seguito le sue dichiarazioni.
Daniel Maldini: “Mi dicono che sono raccomandato ma…”
Maldini ha innanzitutto parlato del suo cognome, un cognome molto molto pesante in Italia e nel mondo: “Sono molto più di un cognome. Siamo una famiglia normale, con papà mi vedo dopo le partite. Qualche domanda, qualche consiglio, parliamo di tutto. Da me ci si aspetta sempre qualcosa in più, sia per le mie qualità che per il cognome. Ma ormai ci sono abituato, sarà sempre così. Del resto, questo è il momento più delicato della mia carriera”.
Lo stesso cognome che gli attribuisce, da parte di molti, lo status di raccomandato. Ma Daniel è convinto di una cosa: “In campo non posso essere raccomandato, nessuno può esserlo, sono sincero. Fuori sì, anche se non apertamente. Penso ci sia gente che pensa che io sia un raccomandato, ma non c’è nulla di male”.
Importantissimo il tema della Nazionale, che come accennato potrebbe condurlo a giocare per il Venezuela e non per l’Italia. Daniel Maldini ha ammesso che c’è un fondo di verità sulla questione: “Sì, ero stato contattato, poi non ho saputo niente. Adesso hanno giocato contro l’Italia e se n’è tornato a parlare. Ma ripeto, io non ho sentito più nessuno. E ora devo trovare la mia dimensione al Monza”.
Infine, il focus più importante, quello sul futuro. Milan, Monza o altro? Maldini ha così concluso: “Palladino mi parla, mi dà tranquillità e fiducia. Al Monza è la prima volta che arriva dall’esterno e fin da subito, grazie a Palladino e Galliani. Mi sento diverso, più coinvolto e consapevole. Se dovessi tornare al Milan, andrei con l’obiettivo di giocare, non certo di stare seduto in panchina. No, Ibra non l’ho sentito. Sento e a volte mi vedo con Leao, Giroud, Calabria, Florenzi”.