Damsgaard a CIP: “Impressionante la cura dei dettagli in Serie A. Un privilegio lavorare con Ranieri”

Damsgaard a CIP: “Impressionante la cura dei dettagli in Serie A. Un privilegio lavorare con Ranieri”

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Gran tocco di palla, fisico longilineo, viso scandinavo con capelli biondi, i colori blucerchiati sulla maglia. Ecco l’ultima sorpresa del presidente Massimo Ferrero. A Genova è sbocciato un fiore del Nord che si è preso la Sampdoria e ora anche la nazionale danese: Mikkel Damsgaard si racconta, in un’intervista esclusiva a calcioinpillole.com.

Mikkel, sei la sorpresa della Samp e forse dell’intera Serie A. Cosa pensi del calcio italiano? Che differenze riscontri rispetto a quello danese?

Andiamoci piano. Sono passate solo poche partite. Mi fa piacere sapere che le mie prestazioni fino ad ora sono state apprezzate, ma la strada è lunga ed il calcio italiano è complicato. La Serie A è una delle leghe più difficili del mondo, ci sono tanti giocatori importanti e allenatori bravi. Ho firmato con la Sampdoria a gennaio, ma con il club ci siamo accordati affinché finissi il campionato con il Nordsjælland: un fattore importantissimo per me, perché mi ha permesso di maturare ancora. Così sono arrivato qui più pronto di quanto non lo fossi dieci mesi fa. Le differenze sono tante: chiaramente il livello è diverso, ma quello che più impressiona è la cura della tattica e dei dettagli.

Chi tra i tuoi compagni ti sta aiutando di più nell’ambientamento in questo nuovo mondo?

Ai miei compagni voglio dire grazie perché sono fantastici, mi hanno subito fatto sentire apprezzato. Sono tra i più giovani dello spogliatoio, ma non ricevo trattamenti speciali. O almeno non penso. Ho un buon rapporto con tutti e poi qui c’è una colonia di scandinavi: Ekdal è svedese, Askildsen e Thorsby norvegesi. Proprio Morten è uno di quelli che mi ha dedicato più tempo, è importante avere qualcuno che ti spieghi come funzionano le cose quando cambi in un solo colpo squadra, campionato e Paese.

Che rapporto hai con Mister Ranieri?

Mister Ranieri è un allenatore straordinario, che ha fatto una carriera pazzesca e ha centrato l’impresa più incredibile del calcio, vincendo la Premier League con il Leicester. Per me è eccezionale potermi allenare con lui e crescere come giocatore sentendo i suoi suggerimenti. Avendo girato moltissimo, conosce perfettamente tante lingue e si può rivolgere anche in inglese ai calciatori, trovando sempre la parola giusta per farti capire una cosa. Penso sia un privilegio lavorare con un tecnico così.

Quale ruolo preferisci? Esterno come stai giocando ora o più centrale e inserito nella manovra di gioco?

Come ho detto quando sono arrivato, io sono a disposizione dell’allenatore: dove mi mette gioco. In Danimarca ho ricoperto più ruoli: ho fatto il centrocampista, il trequartista e anche l’esterno. Al momento il mister mi sta facendo giocare sulla fascia: a volte a sinistra, a piede invertito, e a volte a destra. Non ho preferenze, ma solo l’obiettivo di migliorare e giocare più che posso.

Domanda extracalcistica: Come ti trovi a Genova? Pasta al pesto o focaccia?

Genova è una città davvero bella. Ogni cosa che ho visto mi è piaciuta. Peccato solo non poterla visitare liberamente: con questa situazione di emergenza, si tende giustamente a stare più tempo a casa che in giro. Ma non appena sarà possibile voglio prendermi il tempo di fare un bel giro in città. Pesto o focaccia? Devo proprio scegliere?

Seconda domanda extra-calcistica: il tuo compagno Morten Thorsby, che viene dal Nord come te, è un ambientalista convinto dei temi della sostenibilità ambientale e sta tentando di sviluppare una cultura del green in Serie A. Cosa ne pensi di questo tema? Sei anche tu “green friendly” come lui?

Quello che sta facendo Morten è straordinario. Io come lui vengo dalla Scandinavia, anche se lui abita un po’ più al nord. Dalle nostre parti è ancora più evidente rispetto ad altre zone che il clima stia mutando, non certo in meglio. Noi giovani sentiamo la responsabilità di un cambio di pensiero su questi temi, serve maggiore responsabilità da parte di tutti. Un cambiamento culturale è assolutamente necessario.

Tornando al calcio: capitolo Nazionale. Complimenti Mikkel. Cosa significa la chiamata di mister Hjulmand per te? Te lo aspettavi?

Quando mi è arrivata la notizia sono stato felice come dopo un gol. Rappresentare il proprio paese è qualcosa che chiunque sogna fin da bambino. Si gioca a calcio con la speranza un giorno di mettere la maglia della nazionale e quando succede è assolutamente fantastico. Ho avuto la fortuna di far parte della nazionale danese under 21 e di giocarci tante volte, adesso è arrivata anche la chiamata dalla nazionale maggiore ed è il massimo a cui si possa ambire. Voglio che sia solo la prima di tante, però. Non bisogna pensare di essere arrivati, ma anzi allenarsi più duramente per confermarsi.

Dove può arrivare Damsgaard? Un sogno per la tua carriera.

I sogni per il momento li tengo nel cassetto. Non voglio dirli ad alta voce, però certamente voglio arrivare più in alto che posso.