Fabio Liverani non ha avuto vita facile finora a Parma. In questo inizio di stagione, infatti, l’allenatore ex Lecce si è ritrovato ad affrontare quasi tutti i problemi che possono affliggere una squadra.
Prima il cambio societario che porta sempre una situazione delicata all’interno dello spogliatoio, poi il conseguente ritardo di mercato e, infine, quando finalmente poteva lavorare al suo progetto, gli infortuni e il COVID.
Insomma tutta la gamma di difficoltà. Difficoltà che, però, Liverani e il suo Parma hanno superato a pieni voti. Al netto di tutti i problemi, infatti, i ducali hanno raccolto sei punti in sette giornate. Una media inferiore al punto a partita, certo, ma che, attualmente, colloca il Parma al quattordicesimo posto, fuori dalla zona retrocessione.
Sei punti conquistati, tra l’altro, nelle ultime cinque giornate. L’inizio, d’altronde, era stato pessimo. Due sconfitte nelle prime due giornate, di cui una difficile da accettare. Se, infatti, la sconfitta contro il Napoli di Gattuso è assolutamente comprensibile, il 4-1 subito nel derby con il Bologna lo è molto meno.
Dopo quella brutta figura, però, la squadra di Liverani si è rimboccata le maniche e ha cominciato a far punti. La vittoria contro l’Hellas (unica a riuscirci), la sconfitta last-minute contro l’Udinese e i pareggi con Spezia, Inter e Fiorentina. Punti preziosi, quest’ultimi, arrivati grazie a Liverani che, intelligentemente, ha messo da parte il suo calcio e ha fatto del Parma una squadra pragmatica in grado di portare a casa il risultato puntando su un 5-3-2 molto difensivo.
Un pragmatismo che ha portato ottimi risultati, ma che presto dovrebbe essere accantonato. La sosta, infatti, arriva al momento giusto. L’infermeria si è quasi completamente svuotata.
Un nome su tutti, Juan Brunetta. Di fatto l’unico vero trequartista in rosa. L’uomo, dunque, che permetterà a Liverani di passare dal 5-3-2 (o 3-5-2) al suo caro 4-3-1-2 e dal pragmatismo di questo inizio alla sua vera filosofia di gioco. Quella stessa filosofia che ha portato il Lecce a sfiorare la salvezza opponendo il bel calcio alla qualità del Genoa e che, di fatto, lo ha portato a Parma.
Da pragmatica a filosofica. Questa, dunque, la possibile evoluzione del Parma.