Ieri c’è stato il primo gol di Diego Perotti al suo esordio con la maglia del Fenerbahçe, nella trasferta contro l’Antalyaspor. L’ex Roma è subentrato al 64° al posto di Sosa, con il punteggio di 1-1. Venti minuti dopo il suo ingresso, il Fenherbahçe ottiene un rigore: chi meglio di lui, specialista dagli undici metri, può avere la freddezza per calciarlo.
Il debutto, dunque, ha sorriso all’argentino per due volte: gol e vittoria.
L’esordio con gol può essere una delle favole più belle del calcio, specialmente se si è giovani e sognatori. È lecito pensare che Perotti, ormai, abbia lasciato alle spalle queste pieghe emotive del vissuto calcistico; per i ragazzini esordienti nel professionismo, invece, bagnare il debutto con una rete – e magari uscire dal campo con i tre punti – resta un’emozione senza eguali.
È pieno il calcio di giovani promesse in gol nella prima volta che calcano il campo da professionisti. Altre storie, poi, raccontano di riscatti e rivincite, anche a età più avanzate. È, questa, un’interpretazione che si addice anche allo stesso Perotti: dopo anni di tormenti fisici con la maglia della Roma, dalla quale si è separato non senza tristezza, questo gol all’esordio turco può essere l’inizio di una risalita verso il tramonto della sua carriera.
Siamo alla 27ª giornata di Serie A in scena in quello che era il Sant’Elia di Cagliari. Non passa nemmeno la prima frazione di gioco che Claudio Olinto de Carvalho, noto come Nené, ala destra dei rossoblù, esce per infortunio a cinque minuti al duplice fischio. Il tecnico Chiappella, allora, manda in campo un ragazzo di diciannove anni prodotto del vivaio dei sardi, Luigi Piras, alla sua prima apparizione con i grandi. Il punteggio non si schioda dalle reti bianche fino all’81°: a siglare il gol vittoria sarà proprio Piras, dopo appena quaranta minuti dal suo esordio.
È la gara di andata degli ottavi di Coppa Italia, giocata all’allora stadio Delle Alpi di Torino. Nei granata esordisce dal primo minuto un giovane di diciotto anni, Christian Vieri. Gli bastano 43′ per mettere il suo nome nel tabellino dei marcatori segnando il 2-0, risultato che resisterà fino al triplice fischio.
È la prima giornata di questo campionato e i due nuovi acquisti dei Grifoni partono uno titolare e uno dalla panchina. Il terzino ex Chelsea e Roma, in campo dal primo minuto, al 34° si inventa un tiro dalla distanza che sancisce il momentaneo 3-1. L’attaccante croato, invece, giocherà gli ultimi ventidue minuti, sufficienti per segnare la rete del definitivo 4-1.
Una nota a margine riguarda il marcatore della bandiera dei Pitagorici: Rivière, per il quale era il debutto (amaro) assoluto in Serie A.
Dopo il controverso sipario chiuso con la Juventus, Suárez si è accasato all’Atlético Madrid, con cui ha esordito in occasione della prima giornata di campionato nella partita contro il Granada, stravinta dai rojiblancos. Subentrato al 71° al posto di Diego Costa, va in gol dopo quattordici minuti: all’85° firma il 5-0. Il Granada, però, reagisce e segna all’87° la rete della bandiera; Suárez, allora, non ci sta e si concede la doppietta: al terzo minuto oltre il 90° suggella il 6-1 finale.
Erano amichevoli, è vero, ma è pur sempre il debutto con la propria Nazionale per un ragazzo di vent’anni e uno, addirittura, di diciassette.
Per Olsen, la giovane ala del Bologna alla sua prima apparizione con la selezione danese maggiore, sono serviti ventidue minuti per consacrare il suo esordio con il gol di apertura di una partita che terminerà con un rotondo 4-0.
In quello stesso turno di amichevoli si è imposto anche Camavinga, enfant prodige del Rennes e candidato al Golden Boy 2020. In campo con la Nazionale francese per la prima volta, al 9° minuto segna il suo primo gol: è la rete più giovane da oltre mezzo secolo.
Quella pausa nazionale, comunque, è stata prolifica da un punto di vista di debuttanti: anche Ciccio Caputo si è concesso il lusso della rete all’esordio.
Recente, di appena due settimane fa, è l’esordio in Champions League con la maglia nerazzurra della Dea di Mirančuk. Nella trasferta danese Gasperini lo mette in campo a dieci minuti dalla fine: a lui ne occorrono otto per bagnare il proprio debutto in orobico con una rete, quella dello 0-4 definitivo.