Da Ibra-Lukaku a Kjaer-Eriksen: il derby con una sola curva
Era la fine di gennaio 2021. Circa cinque mesi fa. Inter e Milan – in quel momento – erano nel pieno di una serrata corsa scudetto che, nelle settimane a seguire, ha visto i nerazzurri prendere il comando e acquisire il dominio del campionato. Si era appena giocato il quarto di finale di Coppa Italia (vinto dall’Inter, ndr) e, l’incandescente tête-à-tête tra i due leader Ibrahimovic e Lukaku, portò a discussioni e dibattiti di ogni genere: dalle pesanti accuse allo svedese alle critiche per le frasi deprecabili del belga. Non solo, acuì la già sentita rivalità cittadina tra nerazzurri e rossoneri, in un braciere già reso ardente dallo scontro al vertice in campionato.
Quella partita fu decisa da Christian Eriksen, con una punizione ‘alla Eriksen’ nei minuti finali. Sì, Christian Eriksen. Il danese che ieri ha messo in apprensione tutti gli appassionati del mondo del pallone, fino a toccare la sensibilità di esponenti esterni al calcio. Delle terribili scene di ieri è rimasta la gioia per aver scongiurato una tragedia, nonché un senso di unione commovente tra Simon Kjaer – il capitano accorso subito in suo aiuto – e il trequartista dell’Inter. Kjaer, difensore del Milan. Eriksen, centrocampista dell’Inter. Prima i messaggi d’amore dei vari esponenti del mondo nerazzurro, fino ad un incredibile canto unico sui social tra i tifosi delle due compagini.
Da “Milano siamo noi” a “Christian siamo noi”. Un derby con una curva sola dove, per l’ennesima volta, si è avuta un’idea di cosa sia il calcio. Lo specchio dell’anima dei suoi appassionati, una finestra sul contesto sociale. Un veicolo capace di creare scenari unici e incredibili. Perché il calcio è passione e chi ama davvero il calcio pone l’amore prima della divisione. Specchio di un popolo che si è unito come non mai, creando un’atmosfera magica resa meravigliosa dalle buone notizie sulle condizioni di Eriksen. Una finestra sul contesto sociale che, inevitabilmente, non ha frenato esternazioni e commenti ridicoli, così come strumentalizzazioni e iperboli tra le mani di chi dovrebbe avere la cultura necessaria per fare del calcio – e soprattutto della sua visibilità mediatica – un veicolo di messaggi positivi.
Sono stati i tifosi a seguire la scia di quell’unione meravigliosa tra uomini veri, unendosi e celebrando con gioia la ripresa di Eriksen. Dal testa a testa Ibrahimovic-Lukaku alla presa forte e veemente di Kjaer che ha strappato il suo compagno alla morte. Questo è il calcio. Per una volta, fuori dal campo, sono stati i tifosi ad insegnare qualcosa a tutti gli altri. Da quelli di Milano a tutti quelli d’Europa, come l’emozionante tributo delle curve di Finlandia e Danimarca. Calcio vero, puro, emozionante, per uomini e donne vere. Oltre alle futili strumentalizzazioni e ricerca del celebre ‘quarto d’ora di notorietà’.