Se c’è una squadra spacciata, o quasi, nella lotta alla salvezza, quella è il Crotone. I calabresi, con appena 12 punti in classifica, meno di mezzo punto a partita, sono distanti 9 lunghezze dal Cagliari quartultimo. Al contempo, se c’è una squadra che rischia di restare impantanata, dopo questo turno, nei bassifondi, e di venire risucchiata un’altra volta in una guerra all’ultimo sangue, è il Torino. Alle 15, all’Ezio Scida, per Serse Cosmi è l’ultima occasione buona per provare, quantomeno, a dare un senso al finale di stagione del Crotone. Non perché il Torino di Davide Nicola sia un avversario di poco conto, ma perché arriva in Calabria in condizioni a dir poco precarie.
Il focolaio di Covid-19 che ha colpito i granata quasi due settimane fa, ha decimato la rosa del Toro, che dovrà fare a meno di Bremer, Singo, Linetty, Belotti e Nkoulou, ancora positivi. Recuperati alla causa, invece, Baselli, Buongiorno e Murru: scelte obbligate in ogni reparto, con i Primavera Greco, Horvath e Kryeziu in panchina. La squadra di Nicola è tornata ad allenarsi in gruppo solo da pochi giorni, ma l’obiettivo è quello di tornare a fare punti e muovere la classifica. Che si è fatta, a prescindere dalle due partite da recuperare (contro Sassuolo e Lazio, quindi tutt’altro che facili), pericolosamente corta. “Colpa” del Cagliari, che con l’arrivo di Semplici è tornato a correre.
Il Crotone, come detto, ha un compito ingrato, quello di “sfruttare” le difficoltà oggettive dell’avversario per regalarsi un briciolo di speranza. La missione di Serse Cosmi è disperata, ma una vittoria sarebbe un buon viatico per ritrovare la giusta serenità. E dimostrare, in campo, giudice ultimo di questa Serie A, di non valere l’ultimo posto in solitaria. Ripartendo da quanto di buono fatto contro l’Atalanta nel primo tempo. Occhi puntati su Messias, punta di diamante del Crotone, che Cosmi vorrebbe arretrare di qualche metro per sfruttarne la velocità in campo aperto. Staremo a vedere. I temi per rendere interessante il match dello Scida non mancano, qualche interprete, purtroppo, sì.