Difficile trovare un mondo ricco di contraddizioni come il calcio. Sport del popolo e per il popolo, ma in mano ai capitali dei fondi di investimento, di sceicchi, emiri e magnati. Non è solo e sempre una questione di soldi, anche l’etica e l’opportunità giocano un ruolo importante. Difficile, impossibile, tenere la barra dritta. Scegliere cioè di fare sempre la cosa giusta, o perlomeno la più coerente. Non avviene quasi mai in sede contrattuale, dove i calciatori si affidano a procuratori con pochi scrupoli per strappare rinnovi da capogiro. In barba alla crisi, alla pandemia, all’economia che ristagna. E altrettanto raramente accade nelle scelte quotidiane.
Troppi riflettori, troppi bacchettoni sulle tastiere, sempre pronti a giudicare e a speculare sul primo passo falso. Alzi la mano chi, sui social, non si è mai lasciato andare al commento pigro e banale sull’onda emotiva del pensiero dominante. Non c’è nulla di male, siamo umani. Come loro, i calciatori, i nostri eroi, che a volte ci deludono come fossero di famiglia. Per ciò che fanno in campo, ma anche per quanto avviene fuori. Pensiamo alle vicende personali di Cristiano Ronaldo, non sempre cristalline, e di cui chi scrive di calcio dovrebbe provare a non scrivere. Ieri, però, il teatrino in conferenza stampa alla vigilia del match di oggi del Portogallo, ha – eccome – a che fare con il calcio.
Si è presentato davanti ai giornalisti visibilmente tirato in volto, conscio che questo sarà probabilmente, il suo ultimo Europeo. Le voci di mercato, a cui non si fa mail callo, neanche a 36 anni, di certo non lo fanno stare sereno. Ma il momento topico della conferenza stampa di Cristiano Ronaldo non riguarda né la partita del Portogallo contro l’Ungheria, né il suo futuro, che sembra sempre più lontano dalla Juventus e dall’Italia. No, il bello arriva subito all’inizio, quando sposta le due bottigliette di Coca Cola davanti in bella mostra, con un gesto tra lo stizzito e il divertito. Al loro posto, l’acqua, quella sì che fa bene.
Come dargli torto? Come sostenere il contrario? Impossibile, tanto è lapalissiano il concetto espresso, o meglio bofonchiato, dal portoghese. Certo non sarà stata felice la Uefa, che dalla multinazionale dei soft drink di Atlanta incassa svariati milioni di euro. Ed è qui che la contraddizione si mostra in tutto il suo splendore. Cristiano Ronaldo è un salutista, lo sappiamo bene. Petto di pollo alla griglia ed acqua, nessuno vizio, che alla sua età fa quasi pena immaginarlo perennemente a dieta, senza una tentazione che sia una. Uomo retto, CR7, esempio per i ragazzi, si è detto e scritto.
Che, però, tra le tante, tantissime aziende che sponsorizza, e a cui è legato da contratti multimilionari, ha anche PokerStars. Agenzia di scommesse e gioco d’azzardo online. Certo, non fa ingrassare, sempre ammesso che l’obesità sia un problema peggiore della ludopatia. E con questo non vogliamo certo dire che il messaggio sia sbagliato, anzi. Solo che il calcio, così come ogni altro business, non conosce il giusto e lo sbagliato, non ammette i percorsi netti, gli assolutismi. Al contrario, è fatto di imperfezioni, contraddizioni e sfumature, e Cristiano Ronaldo è una di queste.