Serie A

Covid19 Lazio: tamponi e negatività

La bomba scoppiata in casa Lazio per la vicenda legata ai tamponi per il Covid19 è in fase di detonazione e sta provocando una tempesta mediatica intorno alla squadra biancoceleste senza precedenti, da quando la pandemia ha preso piede.

L’argomento dibattuto è la fluttuazione dei risultati da positivi a negativi in poche ore, nonché l’assenza di alcuni calciatori nelle gare di Champions League e la presenza in quelle di Serie A.

Fare un ritratto accurato della situazione non è semplice: le dichiarazioni e le versioni dei fatti sono tante e appurarle è davvero complicato; inoltre è in corso un’indagine della Procura della FIGC, che ha deciso di secretare l’inchiesta per evitare fughe di notizie. Allo stesso tempo, si tratta di una questione medica e sanitaria, per cui dire – o scrivere – inesattezze senza esserne competenti è un esercizio facile ma inopportuno.

Tamponi negativi

Un punto di partenza potrebbe essere, allora, l’esito dei tamponi arrivato ieri dal Dottor Taccone, direttore del laboratorio di Avellino a cui la Lazio si rivolge per processare gli esami. Stando alle sue parole, i campioni sono tutti negativi. I tamponi di cui si parla sono i test RT-PCR, ossia gli esami che ricercano la reazione inversa di trascrizione della catena della polimerasi (Reverse trancriptase-Polymerase chain reaction). Questo esame, anche detto esame molecolare, è previsto dal protocollo FIGC come uno degli accertamenti per identificare l’RNA virale del Covid19.

Un altro punto da chiarire in modo tutt’altro che esaustivo, nei limiti delle possibilità di chi scrive, è ciò che da questo esame si può rivelare. Il tampone naso-faringeo per l’individuazione della RT-PCR è l’accertamento più affidabile, come il Ministero della Salute ha confermato con la circolare del 29 settembre scorso. Da questo esame si individuano tre geni-bersaglio del coronavirus: il gene N, il gene E e il gene RdRP.

Tamponi positivi

Una questione oggetto di lungo dibattito è la positività emersa in alcuni calciatori della Lazio ai tamponi nel gene N, non specifico per il Covid19. Si tratta di un gene comune alla famiglia dei coronavirus, ma non specificamente riferito all’infezione da SARS-CoV-2. Il direttore sanitario della Lazio, Ivo Pulcini, ha però dichiarato ieri che gli esami che avevano restituito questo risultato sono i cosiddetti “test rapidi“. Questo genere di esame, secondo la circolare del Ministero della Salute sopra menzionata, individua gli antigeni del virus, ossia proteine virali nelle vie respiratorie.

Il Ministero della Salute ha chiarito, a questo proposito, che la positività a un singolo gene è da refertare come “debole” e che solo una bassa percentuale di esiti positivi deboli dà luogo a una positività virologica. Una contestazione in merito è perché la ASL di competenza sia stata avvisata, dato che i tamponi sono risultati negativi. In realtà l’esito era positivo e, come tale, è stato regolarmente segnalato all’Azienda Sanitaria Locale nella giornata di ieri. Secondo le linee guida, però, i test rapidi possono fornire falsi positivi, in quanto non hanno una sensibilità elevata come i test molecolari; per questo occorre affiancarli ai tamponi RT-PCR.

E qui si torna al punto di partenza. La Lazio ieri ha effettuato, dopo i test rapidi, gli esami molecolari, che hanno dato tutti esiti negativi. A confermarlo, come detto, è stato il direttore del laboratorio che ha processato i tamponi.

Al momento di questa vicenda non si conoscono contorni più precisi. La procura federale sta indagando su presunti illeciti, ma è bene ricordare che le questioni sanitarie sono da considerarsi massimamente riservate e delicate. In tutto questo caos, il Presidente Claudio Lotito ha annunciato, in un’intervista resa a Repubblica, la positività del DS biancoceleste, Igli Tare.

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Martina Covetti