Dopo la prima parte di ieri, ecco la conclusione della nostra panoramica su cosa attende gli allenatori della Serie A in arrivo.
Nonostante la scorsa stagione abbia sancito la retrocessione della sua squadra, quest’anno in Serie A torna Fabio Liverani. Dopo tre stagioni nel Lecce, condotto dalla Serie C alla Serie A con un doppio salto in due anni che gli vale la Panchina d’Argento, è esonerato nello scorso agosto. Ora è alla guida del Parma, rilanciato verso traguardi più alti con una squadra reduce da un ottimo undicesimo posto. Per lui è un’occasione di confrontarsi con una piazza proiettata verso il consolidamento della qualità e la permanenza nella parte sinistra della classifica.
Da tutti ricordato come il fautore della remuntada sul Barcellona in Champions League 2018 con la Roma, Eusebio Di Francesco da allora ha collezionato esoneri e delusioni. Sollevato dalla panchina giallorossa meno di un anno dopo quella partita, firma con la Sampdoria nel giugno dello scorso anno. Dopo sette giornate e soli tre punti, rescinde il contratto con i blucerchiati.
Ora la sua nuova opportunità è il Cagliari, che lo ha chiamato lo scorso 3 agosto. I rossoblù vengono da una stagione in cui per tutto il girone d’andata hanno insediato l’alta classifica e spaventato le grandi, salvo finire poi al quattordicesimo posto per un girone di ritorno tutt’altro che positivo. Questa è forse la stagione del salto di qualità, perciò le aspettative sul tecnico abruzzese non possono prescindere dai risultati.
Dal Cagliari è passato anche Rolando Maran, rilanciato quest’anno dal Genoa, un’altra rossoblù. Sollevato dalla panchina dei sardi nel marzo scorso dopo undici partite consecutive senza vittorie, si è trasferito alla società ligure meno di un mese fa. La passata stagione è stata un incubo per i genoani, salvi per soli quattro punti di distanza dal treno retrocessione. L’auspicio per questa Serie A ancora da decidere è di scalare la classifica e proiettarsi lontani dai fanalini di coda. Il tecnico trentino dovrà dimostrare di avere idee chiare ed efficaci, nonostante il suo recente passato non sia dei più luminosi.
Una nuova occasione è quella che aspetta anche Marco Giampaolo, esonerato lo scorso anno dal Milan dopo le prime sette giornate di campionato. Oggi è sulla panchina del Torino, scivolato nella passata stagione al sedicesimo posto con sole cinque lunghezze dal Lecce retrocesso. La sfida quest’anno sarà mostrare un gioco coerente ed efficace e portare ai granata qualche posizione in più alla fine del campionato.
Il primissimo nome è quello di Gian Piero Gasperini. L’Atalanta è stata la squadra rivelazione della scorsa stagione, capace di centrare per la seconda volta di fila la Champions League. Il tecnico piemontese ha costruito una macchina da gol in grado di impensierire chiunque e di puntare a risultati sempre più alti. Beffata ai quarti di finale di Champions dal PSG allo scadere, la formazione orobica ha una seconda possibilità di giocare tra le grandi d’Europa e mostrarsi nella sua veste migliore. Le attese sono alte, dunque, ma il ciclo pluriennale avviato da Gasperini è ormai nella sua fase ascendente.
Un altro allenatore che ha saputo impressionare è Simone Inzaghi, alla Lazio da dieci anni. Per lungo tempo nelle giovanili biancocelesti, è sbarcato in prima squadra nel 2016. Sotto la sua guida sono arrivate due Supercoppe Italiane e una Coppa Italia, ma il rendimento in Europa non è mai stato eccelso. Dopo tre stagioni in Europa League, dove la Lazio è arrivata al massimo ai quarti di finale, i biancocelesti ritrovano la Champions League dopo tredici anni. Inzaghi si troverà ora a fare i conti con la gestione dei calciatori e con il problema di non avere a disposizione una rosa lunga, mentre in campionato si punta (senza dichiararlo apertamente) allo scudetto, l’anno scorso non raggiunto per soli cinque punti.
Scendendo in classifica fino all’ottavo posto troviamo il Sassuolo di Roberto De Zerbi. Squadra che si è rivelata ostica e caparbia, i neroverdi hanno saputo mettere in difficoltà anche le squadre più blasonate. De Zerbi ha improntato la sua formazione alla gara a viso aperto, con una rosa di qualità e un gioco ben rodato. La prossima stagione, quella del centenario della società emiliana, punta inevitabilmente alla riconferma (se non al miglioramento) di un risultato memorabile.
L’ultimo allenatore di questa categoria è Ivan Jurić, tecnico del Verona. I gialloblù nella scorsa annata sono stati una vera e propria mina vagante e hanno concluso la classifica al nono posto, ad appena due punti dal Sassuolo di De Zerbi. Squadra difficile da battere, sempre votata all’attacco e alle ripartenze, il Verona è una formazione plasmata dal tecnico croato con meccanismi efficaci e schemi incisivi, capace di divertire e di mettere all’angolo anche le grandi.
Siniša Mihajlović viene da un sereno dodicesimo posto col suo Bologna, in grado di galleggiare a metà classifica senza troppi problemi. Le vicende personali del tecnico serbo, che l’anno scorso ha annunciato di aver contratto la leucemia, l’hanno tenuto lontano dai campi per parecchie partite, ma ha sempre seguito con estrema dedizione l’andamento della sua squadra. Per la stagione che prende il via domani l’obiettivo è semplicemente non scivolare oltre la parte sinistra della classifica, ampiamente alla portata dei rossoblù.
Alla guida dalla Fiorentina dal dicembre 2019, Giuseppe Iachini si trova in un delicato equilibrio tra una squadra in grado di centrare il decimo posto nonostante un brutto girone d’andata e una società ansiosa di fare il salto di qualità. Giunto alla panchina della Viola al posto dell’esonerato Vincenzo Montella, ha invertito la marcia nel girone di ritorno ottenendo la salvezza con quattro turni d’anticipo e spingendosi addirittura a ridosso dell’Europa. Ora la società vorrebbe un salto di qualità che da anni fatica ad arrivare, perciò per il tecnico ascolano non sarà facile mediare le richieste di chi siede ai vertici e le verità di campo.