Correa: “Giusto lasciare la Lazio, sogno scudetto con l’Inter e Champions”
Joaquin Correa si è aperto a trecentosessanta gradi ai microfoni del Corriere dello Sport, che lo ha intervistato. L’argentino ha toccato diversi argomenti: dal suo passato alla Lazio, parlando anche del presente all’Inter, finendo con le ambizioni future, dalla Champions League alla Coppa del Mondo.
Un bilancio dei primi mesi all’Inter
“Sicuramente positivo. Ho avuto qualche problemino muscolare che mi ha fermato, ma i tifosi e i compagni mi hanno accolto alla grande. Qui sto bene e ho tanta voglia di togliermi delle soddisfazioni”.
Qual è il segreto dell’ottimo ambientamento nell’Inter
“Tutto merito del gruppo. Quando in estate si diceva che potevo venire, tanti ragazzi mi hanno scritto per convincermi. Quella è stata una spinta in più per dire di sì. Lautaro già quando eravamo insieme in Coppa America mi diceva che dovevo raggiungerlo, poi hanno iniziato anche Calhanoglu e Vidal”.
La presenza di Inzaghi ha avuto un certo peso?
“La sua è stata una spinta importantissima. Avevo altre offerte, ma ho fortemente voluto lavorare di nuovo con lui. Inzaghi è un grande allenatore, ti fa stare bene. Alla Lazio ha ottenuto ottimi risultati e ha costruito un gruppo molto coeso nel quale tutti sapevano ciò che potevano dare. È un tecnico ambizioso, perfetto per l’Inter. Si fida tanto dei giocatori e gestisce le partite alla perfezione. Quello che prepara e ci dice in settimana si verifica in campo”.
Da Roma a Milano: Correa si è già adattato?
“A Roma sono stato benissimo e tutti mi hanno trattato alla grande, ma anche Milano è un posto bellissimo e quella interista è una piazza super. Mi spinge a dare ancora di più”.
L’approdo all’Inter è un ulteriore salto in avanti rispetto al passato?
“Penso di sì. In passato potevo saltare qualche tappa e andare subito in un top club, ma ho sempre preferito giocare, per crescere e migliorare. Credo che l’Inter sia arrivata al momento giusto nella mia carriera”.
I pensieri sull’affare saltato con l’Inter nel 2013
“Anche allora ero stato vicinissimo e desideravo tanto restare. Era tutto fatto e invece l’affare saltò. Non la presi bene perché volevo l’Inter a tutti i costi. La ritenevo troppo importante per la mia carriera. L’Estudiantes scelse di non vendermi e di lì a poco iniziai a giocare con continuità in prima squadra. Ho imparato tanto, forse più che se fossi venuto subito all’Inter. Alla fine però questa maglia era nel mio destino e oggi la indosso con orgoglio”.
Ranocchia fu un osservatore d’eccezione: nei sei mesi assieme alla Sampdoria diceva che eri fortissimo…
“Andrea è un grande. Allora ero per metà del Manchester City, poi la Samp ha acquistato tutto il mio cartellino e io sono stato contento perché non volevo andare al City a fare panchina”.
Qual è stato il Correa migliore visto fino ad ora?
“Mi viene da dire quello all’esordio, a Verona, ma io preferisco comunque quello contro il Napoli”.
Domani c’è la Roma. Che avversario si aspetta Correa?
“La Roma è una squadra forte che ha calciatori importanti. Batterla non sarà semplice, ma sono convinto che con le nostre armi li possiamo mettere in difficoltà. Servirà essere concentrati e giocare da Inter”.
Anche senza Pellegrini e Abraham?
“Sono due elementi importanti, ma hanno tanti altri giocatori forti”.
Dopo Napoli, l’Inter può vincere il secondo scontro diretto di fila?
“Contro Atalanta, Juventus e Milan abbiamo pareggiato incontri nei quali meritavamo qualche cosa in più. Con il Napoli abbiamo messo le cose a posto e ora bisogna ripetersi. Il nostro obiettivo è vincere”.
Un pensiero su Mourinho
“L’ho sfidato negli ottavi di Champions quando io ero al Siviglia e lui allo United: pareggiammo all’andata e vincemmo al ritorno a Manchester, passammo noi il turno. Mourinho è un grande tecnico e lo dimostrano i risultati della sua carriera. Tutti gli interisti hanno un ricordo eccezionale della sua esperienza qui, ma il suo valore lo ha dimostrato anche prima e dopo. Sarà una bella sfida e vogliamo batterlo”.
Un pensiero sul Napoli, primo
“Sono partiti forte, come solo le formazioni che si conoscono da tempo possono fare, e sono convinto che lotteranno per lo scudetto fino alla fine. Non dobbiamo guardare gli altri, ma pensare prima a noi. Basta lasciare punti per strada come successo per esempio contro la Lazio”.
Il derby più bello che ha mai giocato?
“Il primo da titolare, nel marzo 2019. Ho fatto un assist, conquistato un rigore e abbiamo vinto 3-0; è stata una delle mie più belle prestazioni alla Lazio”.
Il derby che rigiocherebbe
“L’ultimo, quello dello scorso maggio, nella quale abbiamo perso 2-0, dato che ero in panchina perché infortunato”.
I motivi dell’addio alla Lazio
“Sono stato lì tre stagioni, abbiamo conquistato due trofei, conquistato l’accesso agli ottavi di Champions dopo vent’anni e vinto 12 partite di fila in casa, è stato un record per il club. Quella alla Lazio è un’esperienza che ricordo con grande affetto, ma era arrivato il momento di andare via. È stato giusto così”.
Cosa chiede Correa al 2022?
“Chiedo di regalare tante gioie ad una squadra forte come l’Inter. Meritiamo di essere lì in alto in classifica e possiamo restarci, siamo in crescita”.
Lo scudetto è l’obiettivo?
“Certo, vogliamo ripeterci”.
L’immagine dell’Inter che solleva la Champions League a Madrid che sensazioni le dà?
“Vorrei tanto alzarla anch’io. La Champions insieme alla Coppa del Mondo, è il sogno della mia carriera”.