Cori razzisti verso Lukaku, l’agenzia del belga non ci sta: “La Juve si scusi”

Cori razzisti verso Lukaku, l’agenzia del belga non ci sta: “La Juve si scusi”

(Photo by MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

La delicata sfida di Coppa Italia tra Juventus e Inter è stata caratterizzata dagli episodi ruotati attorno a Romelu Lukaku, colpito da insulti e cori razzisti dopo aver segnato la rete del pareggio nerazzurro. Sui social sono trapelati in tempo di record i video che certificano in maniera netta i suddetti cori, e la Procura non ha mancato di segnare tutto per poter prendere provvedimenti quanto prima. A farsi sentire è stata anche Roc Nation, agenzia che cura gli interessi dell’attaccante belga, che ha da poco rilasciato un durissimo comunicato in merito ai fatti di ieri sera. Ecco quanto scritto nella suddetta nota, che è stata condivisa anche sui social.

Cori razzisti contro Lukaku, Roc Nation non ci sta: “Insulti razzisti e disgustosi”

“Gli insulti razzisti rivolti dai tifosi della Juventus a Torino a Romelu Lukaku sono stati oltre quello che può essere accettato. Romelu ha segnato un rigore nel recupero: prima, durante e dopo il penalty è stato oggetto di abusi razzisti ostili e disgustosi. Romelu ha festeggiato nello stesso modo in cui ha festeggiato i gol in precedenza, la risposta dell’arbitro è stata quella di assegnare un cartellino giallo. Romelu merita le scuse della Juventus, e mi aspetto che la Lega Serie A condanni immediatamente il comportamento di questo gruppo di tifosi della Juventus. Le autorità italiane devono utilizzare questa opportunità per contrastare il razzismo, piuttosto che punire la vittima dell’abuso. Sono certo che il mondo del calcio condivida lo stesso sentimento”. 

L’agenzia fa notare, come Inzaghi ieri sera, che l’esultanza del giocatore è stata la medesima mostrata nelle ultime uscite con il Belgio, e che non aveva nulla a che vedere contro i tifosi della Juventus. Inoltre, il brutto episodio di razzismo viene vista come un’opportunità per agire con durezza nei confronti di questo fenomeno, che purtroppo continua ad infestare i nostri stadi.