Christian Eriksen, olio su tela. Il centrocampista danese ha illuminato la notte di San Siro con una pregevole pennellata su punizione, che ha permesso all’Inter di conquistare l’accesso alla semifinale di Coppa Italia. Un gol, quello rifilato al 97′ del derby contro il Milan, che profuma non solo di vittoria collettiva, ma anche personale perché in grado di cambiare le sorti di Eriksen. Se fino a pochi giorni fa la cessione sembrava essere possibile, ora l’ex Tottenham è considerato un punto fermo della rosa allenata da Antonio Conte.
La conferma è arrivata direttamente dalle dichiarazioni rilasciate dal tecnico al termine del match: “La rosa dell’Inter è questa: non parte e non arriva nessuno. Con Eriksen stiamo lavorando dal punto di vista tattico per trovare un’alternativa a Brozovic. A livello calcistico è intelligente, ha qualità, fa parte del progetto. Ho spinto affinché tirasse lui la punizione. È un bravo ragazzo, forse fin troppo”. Ovviamente la permanenza del classe ’92 è riconducibile a più fattori. Su tutti, la mancanza di offerte concrete da parte delle pretendenti: nessuna big europea ha voluto soddisfare le pretese economiche dell’Inter né del calciatore, il cui stipendio attuale è di 7 milioni di euro. Da una situazione sfavorevole, tuttavia, può nascere un’opportunità.
All’Inter non resta altro che rivalutare la funzionalità di Eriksen all’interno del progetto tecnico, offrendogli un’altra possibilità per dimostrare il suo valore entro la fine della stagione. La soluzione maggiormente attuabile prevede lo schieramento del danese nel ruolo di play basso e non in fase offensiva, com’era abituato in Premier League. La nuova collocazione tattica da vice Brozovic, come spiegato di recente da Conte, gli garantirà sicuramente più spazio. Il passo più inaspettato è stato compiuto. Ora si attende la risposta di Eriksen. Perché quello di ieri sera è stato solamente un assaggio.