Continua il braccio di ferro sulla rateizzazione delle tasse

rateizzazione tasse

. (Photo by Marco Rosi - SS Lazio/Getty Images)

La Lega Serie A continua il suo braccio di ferro con il Governo Meloni per la rateizzazione delle tasse decise dall’emendamento Lotito. Ci sono mezzo miliardo di tasse rinviate da pagare da parte del calcio professionistico e la scadenza del 22 dicembre si avvicina. Il tira e molla è ancora in corso visto che il Governo non vuole saperne di concedere una rateizzazione a costo zero. La strada più probabile è che i Club paghino una penale del 3% per poi rateizzare le tasse da dover pagare. Tuttavia tra calcio e Governo, comunque, nonostante le distanze, non c’è un clima da imminente rottura. Lo dice una serie di contatti, anche di natura tecnica, per giungere a una soluzione che possa comunque ridurre l’impatto della scadenza ormai alle porte. Lo riporta La Gazzetta dello Sport.

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(Photo by Marco Rosi – SS Lazio/Getty Images)

Le parole di Lotito sulla rateizzazione delle tasse

Intervistato da La Stampa, Lotito ha provato a perorare la causa dei club, ma senza definire il testo dell’emendamento una norma salva-calcio: «Ma quale salva-calcio!. Basta con la caccia alle streghe. Parliamo di tutti gli sport. Pallavolo, basket, piscine. È una norma erga omnes», le parole del presidente della Lazio.

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(Photo by Marco Rosi – SS Lazio/Getty Images)

Insomma non solo il calcio è coinvolto, ma tutto lo sport, che andrebbe trattato come tutti gli altri settori, secondo Lotito che spiega: «Non vogliamo regali, favori. Lo sport è l’unica categoria merceologica che non ha ricevuto nemmeno un ristoro, a parte i rimborsi sui tamponi, capirai…Il cinema ha avuto una prima tranche di 800 milioni a fondo perduto, poi altri 200 da questo governo. Sono più i danni per un cinema chiuso o per uno stadio chiuso? Eppure lo sport non chiede soldi a fondo perduto».

Lo stato

Sul dietrofront dello Stato parla Lotito: «Il mondo sportivo non ha pagato perché lo prevedeva una legge dello Stato. Non è inadempiente. È lo Stato che lo fa diventare inadempiente. È una situazione giuridica diversa»