Il CDM approva i contributi aggiuntivi, ma le federazioni insorgono
Tra lunedì e martedì sera, il Consiglio dei Ministri e lo sport italiano hanno provato a fornire un nuovo ausilio economico che, inevitabilmente, possa far fronte alle forti difficoltà che stanno mettendo a dura prova la tenuta del sistema. Tutto parte da sabato scorso, quando, il Consiglio d’Amministrazione di Sport e Salute, ha approvato la ripartizione dei contributi pubblici aggiuntivi, a favore del settore sportivo italiano. Tale importo ammonta a 95 milioni di euro. Sport e Salute S.p.A. è la società in house che, finanziata dall’unico azionista ovvero il Ministero dell’Economia e delle finanze, si occupa dello sviluppo dello sport nel nostro paese.
Le risorse deliberate da Sport e Salute
La divisione di tali fondi, si è basata su parametri oggettivi. Nello specifico tre:
- La riduzione dei ricavi
- Il numero di associazioni
- l’aumento delle perdite d’esercizio nel 2020, causa pandemia Covid.
Dal comunicato di Sport e Salute, emesso sabato 21 novembre, emergono le specifiche di tale ripartizione dei contributi, nonché le condizionalità previste: “Chi ha avuto meno ricavi, chi ha più associazioni, chi ha avuto perdite di esercizio nel 2020 causa Covid. Infatti, il 50% del contributo è vincolato alla gestione degli effetti della pandemia: alle Asd per i voucher per la popolazione; alle Asd per il post covid. Il 50% delle risorse resta a disposizione delle Federazioni e degli altri Organismi Sportivi da spendere nel rispetto della loro totale autonomia”.
La stessa azienda pubblica, nel merito dell’assegnazione di tali contributi, ha destinato risorse per la veicolazione dello sport attraverso le scuole. Inoltre, viene messo in evidenza il supporto ai progetti di digitalizzazione, nonché innovazione delle metodologia nell’ambito del settore sportivo. Dal comunicato, infatti, si apprende: “Nell’ambito di tali risorse è stata destinata la somma di 10 milioni per portare lo sport nelle scuole, anche attraverso la didattica a distanza e digitale. Sono stati inoltre destinati 8 milioni per progettualità sociali e a sostegno del mondo sportivo. Tra queste: la digitalizzazione e lo sviluppo dell’innovazione tecnologica, la formazione, la diffusione della telemedicina sportiva, il supporto all’impiantistica sportiva federale”.
Approvazione del CDM e reazioni degli Organi
Martedì sera, il Consiglio dei Ministri ha approvato l’intero pacchetto di riforme a supporto dello sport italiano, o meglio non proprio intero. Dei sei decreti in esame, presentati dal Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, ne sono passati cinque. Non è passato il sesto, o il primo che dir si voglia, ritenuto il più importante. Il decreto non approvato dal Consiglio dei Ministri, riguarda la riforma dei ruoli e delle funzioni degli organismi sportivi italiani. Spadafora si è detto deluso su Facebook. Il ministro ha così riferito, sulla mancata riforma della governance: “Peccato non aver trovato un accordo sul ‘decreto uno’, che metteva ordine nei ruoli e nelle funzioni degli organismi sportivi”.
La delusione non riguarda solo il numero 1 dello sport italiano, dopo la delibera del Consiglio dei Ministri, bensì un numero folto di organi sportivi che, tramite la riunione al Coni alla presenza di Malagò, ha espresso assoluta contrarierà a questo pacchetto di provvedimenti. A tale riunione, erano presenti ben 44 federazioni. Mancavano solo quelle del calcio, tennis e nuoto, probabilmente in quanto già forti di aver ricevuto la fetta più elevata della ripartizione. Inoltre, tali federazioni, possono giovare di una ben organizzata joint-venture.
Ad aprire la fila del malcontento, ci ha pensato Marco di Paola, presidente della FISE, ovvero la Federazione Italiana Sport Equestri. Il presidente, malauguratamente, ha puntato il dito contro le condizionalità di elargizione dei fondi, ritenendoli illegittimi. Gli fa eco Andrea Gios, presidente della FISG, Federazione Italiana Sport del Ghiaccio. Gios, senza giri di parole, ha riferito che distribuirà i fondi come riterrà opportuno, senza curarsi eccessivamente delle imposizioni stabilite da Sport e Salute. Interviene polemicamente anche Renato di Rocco, presidente della Federciclismo, affermando che tale ripartizione non si fonda su un criterio scientifico, bensì su uno “discrezionale”. I vertici degli organi in contestazione, incontreranno Vito Cozzoli, presidente-amministratore di Sport e Salute. I presidenti in questione, inoltre, hanno annunciato l’imminente produzione di un documento condiviso di protesa. Pertanto, la discussione, non è che alle fasi iniziali.