Serie A

Con l’arrivo di Davide Nicola, è un Toro da… (ri)monta

Tre punti in tre partite: bottino magro, quello raccolto dal Torino nelle prime tre uscite con Davide Nicola in panchina. Eppure, dietro ai tre pareggi consecutivi, c’è un messaggio forte da cogliere e da cui ripartire: questo Toro non molla mai. Lo ha dimostrato contro il Benevento, partita d’esordio del neo tecnico, con i granata che, sotto di due reti, hanno saputo reagire e riacciuffare il pari nei minuti di recupero. L’eroe di giornata, quella volta, fu Simone Zaza, capace di concretizzare la mole di lavoro offensivo del Torino. La settimana successiva la squadra di Davide Nicola fa un deciso passo indietro, sul piano del gioco. La Fiorentina, in dieci, passa in vantaggio, e i granata trovano il pareggio solo a pochi minuti dalla fine, in undici contro nove, con il capitano Belotti.

E arriviamo all’impresa di ieri, perché di impresa si tratta. La solita Atalanta, dopo 21 minuti, sembrava aver già messo in ghiaccio l’ennesima vittoria. Cinica e spietata, tre palle gol, su altrettanti svarioni difensivi, e altrettante marcature, con la complicità del peggior Sirigu visto a Torino. Giù il sipario, anzi, no. Il Toro, che fino al primo gol subito non stava affatto demeritando, si scuote, si sveglia da un torpore lungo mesi e si ricorda, finalmente, come si gioca a calcio. La spinta di Singo sulla destra mette in crisi Ruggeri, Lukic detta i tempi a Zaza e Belotti, Rincòn corre per due. La partita cambia radicalmente volto.

Alla fine del primo tempo il risultato a Bergamo dice 3-2, la rimonta, la terza consecutiva, è ad un passo. La firma Bonazzoli, e questa volta è ancora più meritata. Non solo per il carattere ed il coraggio, spesso tirati in ballo dallo stesso Davide Nicola, ma per il gioco espresso. Arrembante, per certi tratti, ma sensato e, nel secondo tempo, attento. Certo, non sarà facile raggiungere una salvezza tranquilla a forza di pareggi in rimonta, ma il Toro visto ieri è rassicurante. Specie per la consapevolezza dei propri mezzi, perché la qualità della rosa – per quanto ricca di “buchi” – non è quella di una squadra in lotta per evitare la Serie B.

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Published by
Piermichele Capulli