Di cosa sta costruendo il Milan negli ultimi anni ne abbiamo parlato in più occasioni e con grande attenzione, ma oggi siamo qui ad analizzare (e celebrare) il ritorno del Diavolo agli ottavi di Champions League, che arriva dopo quasi nove anni dall’ultima volta. Un risultato storico quello conquistato dalla banda di Stefano Pioli, costruito con ambizione e competenza attraverso un progetto tanto innovativo quanto perfettamente collaudato.
Già nella passata stagione i rossoneri avevano mostrato di poter ambire a tale obiettivo inanellando delle prestazioni più che dignitose contro squadre del calibro di Liverpool e Atletico Madrid, uscendo tuttavia dalla manifestazione a causa di inesperienza, incapacità di gestire determinati momenti (assolutamente normale per una squadra cosi giovane) e un pizzico di sfortuna. A distanza di un anno i rossoneri si sono dimostrati più maturi e concreti, e, al netto di qualche momento non brillantissimo, hanno conquistato la qualificazione con solidità ed una grande capacità di reazione.
Ma cosa ha prodotto un risultato cosi importante nel giro di cosi poco tempo? La risposta è una soltanto: il progetto. Il club rossonero ha infatti il grande merito di aver costruito perfettamente, nel corso degli ultimi anni, i presupposti per rendere la squadra competitiva non solo in ambito nazionale, ma anche in Europa. Il primo step è stato quello di ingaggiare un allenatore in grado di portare un’idea di calcio moderna ed in continua evoluzione, che si sposasse con la competitività del calcio odierno. Stefano Pioli è stato straordinario da questo punto di vista, e ciò che stupisce ancora oggi è la sua grande voglia di studiare e mettersi in discussione, in modo da evolversi ancora e ancora. Il tecnico di Parma ha inoltre portato serenità ed armonia all’interno dello spogliatoio, creando un gruppo solidissimo e sempre in grado di rialzarsi nei momenti difficili.
Il tutto è stato appoggiato in pieno dalla società e in particolar modo dalla figura di Paolo Maldini, dimostratosi lungimirante e costruttivo in ogni situazione. L’alchimia generata da questi fattori si è poi completata con un ultimo, fondamentale ingrediente che in troppi ancora sottovalutano: il tempo. La squadra infatti ha saputo conquistare dei risultati importantissimi certamente grazie al tempo, che ha oleato i meccanismi tattici e ha consentito alla società di costruire, anno dopo anno, una compagine sempre più completa e qualitativamente elevata.
Il progetto rossonero è l’esempio perfetto di come costruire una squadra competitiva ed ambiziosa nel calcio odierno, badando, allo stesso tempo, anche al bilancio e quindi alla sostenibilità. Il club meneghino ha infatti eretto i suoi successi attraverso oculatezza ed un grande lavoro di scouting, che ha portato a Milano giocatori come Leao, Tonali, Kalulu e Theo Hernandez, divenuti in poco tempo pilastri della squadra nonostante la giovane età. Il profondo studio dei talenti europei e un calciomercato basato su un’idea precisa di football sono stati dei fattori fondamentali per l’ascesa del progetto, ma non gli unici. Sempre in chiave mercato va doverosamente portata all’attenzione la valorizzazione di calciatori “fuori dai riflettori” come Simon Kjaer e Oliver Giroud, che nel club rossonero hanno ritrovato una seconda giovinezza.
Una precisa idea di calcio, un allenatore di grande umiltà e sensibilità ed un’oculatezza importante in chiave mercato: ecco quali sono stati i motivi che hanno riportato il Milan agli ottavi di Champions League, e che hanno riportato gioia e sogni nel glorioso popolo rossonero.