Come gioca il Bologna di Thiago Motta? L’analisi tattica
Come Gioca Il Bologna – Gli uomini di Thiago Motta sognano la Champions League grazie a uno stile di gioco sorprendente: ecco l’analisi tattica sui rossoblù.
Il Bologna sogna in grande e si avvicina sempre di più ad un obiettivo che ad inizio stagione era più che impensabile: l’Europa dei grandi. La Champions League infatti è diventato un vero e proprio obiettivo per i rossoblù, che si sono trovati catapultati al quarto posto in classifica in Serie A grazie a delle vittorie frutto di prestazioni di altissimo livello.
Thiago Motta è uno degli artefici principali di questo grandioso periodo, che potrebbe concludersi con una soddisfazione immensa a fine stagione. Lo stile di gioco dei felsinei è “oggetto di studio” per molti da inizio campionato, viste le performance sorprendenti da diversi mesi a questa parte. Noi di Calcio in Pillole allora ci siamo posti la domanda: come gioca il Bologna? Dopo un’attenta analisi abbiamo provato a trovare la risposta con questa breve analisi tattica.
Come gioca il Bologna
6 – Il #Bologna ha vinto almeno 6 partite di fila in Serie A per la terza volta nella sua storia: 6 anche tra aprile e maggio 1967 con Luis Carniglia allenatore e 10 tra novembre 1963 e febbraio 1964 con Fulvio Bernardini alla guida. Sogno.#AtalantaBologna #SerieA pic.twitter.com/xVWBI6KKTH
— OptaPaolo (@OptaPaolo) March 3, 2024
Analizzare il gioco del Bologna è tutt’altro che semplice, per un motivo in particolare: Thiago Motta è camaleontico. Cosa vuol dire? Ha uno stile di gioco che si adatta e varia in base all’avversario e ai periodi della stagione: la cosa certa, però, è che difficilmente tende a scoprirsi e rischia di prendere imbucate per attaccare in maniera massiccia.
Il modulo
Partiamo dalla cosa più semplice: il modulo. Il Bologna gioca con un 4-1-4-1 di base, che però varia molto a seconda del contesto e del momento. I giocatori di Thiago Motta non danno punti di riferimento agli avversari, muovendosi costantemente sia in fase di possesso, che di non possesso. L’esempio più lampante può essere quello di Riccardo Calafiori, che ha una “heatmap” tutt’altro che da difensore centrale, bensì molto più da regista, sintomo di quanto quasi nessun giocatore rossoblù abbia una posizione fissa da rispettare in campo.
Palla sempre in movimento e superamento delle linee avversarie
Il Bologna è sempre solido e organizzato, se “cambia marcia” durante la partita lo fa con consapevolezza e razionalità. Il gioco imposto da Thiago Motta si fonda su un principio fondamentale: quello di non buttare mai via un pallone se si è in possesso. Lo si può vedere anche da alcuni dati:
- Il Bologna è la seconda squadra della Serie A per passaggi brevi completati
- Il Bologna è secondo in Serie A per passaggi totali completati
- Il Bologna è la quartultima squadra della Serie A per passaggi lunghi tentati
- Il Bologna è secondo in Serie A per percentuale di possesso palla
Cosa deduciamo da queste statistiche? Se il Bologna ha la palla non rischia giocate difficili, ma la tiene, la fa girare e cerca di scardinare la difesa avversaria con pazienza e ordine, senza scomporsi e alzare improvvisamente il baricentro. I rossoblù dunque cercano più il superamento delle linee avversarie che la superiorità numerica. Tutto ciò lo si denota anche dalla grande quantità di passaggi effettuati nella propria tre quarti di campo e in quella centrale, in modo da attirare gli avversari e sorprenderli con dei passaggi filtranti, utili per gli gli attacchi alla profondità dei vari Zirkzee, Ferguson e Fabbian.
Come gioca il Bologna: i protagonisti
In conclusione per analizzare a pieno come gioca il Bologna bisogna sviscerare anche alcuni singoli giocatori che stanno rendendo possibile questa grande cavalcata verso l’Europa.
- I terzini: difficilmente attaccano la profondità ma restano spesso stretti per offrire una linea di passaggio più centrale in caso di avanzata dei difensori centrali (Calafiori su tutti).
- Difensori centrali: partito con la coppia Beukema-Calafiori, Thiago Motta ultimamente sta proponendo anche Lucumì assieme all’olandese, con l’ex Roma pronto a subentrare a gara in corso. Spesso e volentieri uno dei due centrali si stacca e partecipa attivamente alla manovra offensiva (più Calafiori e Lucumì di Beukema, che resta più basso).
- Freuler: fondamentale per dare ordine alla manovra e per organizzare il centrocampo.
- Ali e mezze ali: spesso si intercambiano di posizione.
- Ferguson e Fabbian: sono centrocampisti incursori, spesso e volentieri sfruttano l’abbassamento di Zirkzee sulla trequarti per attaccare la profondità, da qui ecco il motivo dei tanti gol di entrambi.
- Zirkzee: la vera stella di questo Bologna, un giocatore sempre più completo, abile a fare entrambe le fasi. L’olandese ex Bayern è bravo a scendere sulla trequarti per andarsi a prendere i palloni: in questa maniera dà modo ai centrocampisti di inserirsi in area. Fondamentale è anche sottolineare la grande abilità di Zirkzee di attaccare la profondità.