Cina, partita femminile cancellata a causa del… colore di capelli
È un periodo particolare in Cina, non solo per la pandemia globale ma, anche e soprattutto, dal punto di vista del calcio. In questi giorni, la Federazione cinese ha imposto un tetto agli ingaggi. Non è l’unica novità “curiosa”. Infatti, una settimana fa, come riportato da BBC, un match del campionato universitario femminile, in Cina, è stato cancellato, clamorosamente, a causa del colore di capelli di alcune giocatrici. Infatti, dal 2018, la Cina sta combattendo, con fermezza, l’esposizione mediatica di connotati fisici non naturali, come tatuaggi, orecchini ed altri “accessori”.
Addirittura, per ciò che riguarda gli uomini, non è possibile rappresentare la Nazionale, qualora siano visibili tatuaggi sulla propria pelle, per questo molti atleti maschili li coprono talvolta con le maniche lunghe. Prima del match in questione, le squadre, si sono reciprocamente additate di non rispettare il protocollo previsto. È stato eseguito un controllo preciso. Al termine di questo, nessuna delle due squadre aveva un numero di giocatrici sufficienti “a norma”. Pertanto, il match è saltato.
Il regolamento, infatti, prevede che le calciatrici non possano tingersi i capelli, né arricciarli. Gli uomini non possono farli crescere, fino a farli diventare lunghi. Non sono ammessi tagli strani, per ambo i sessi. La partita non sarà rinviata. Le due squadre sono state squalificate dal torneo. La notizia, ovviamente, ha fatto discutere. Non in Italia, dove se n’è parlato davvero poco. Piuttosto nella community internazionale dei social dove, ancora una volta, la vox populi si è scagliata contro i metodi di omologazione cinesi.
Il precedente di Shenchao
La Cina non intende soprassedere su tali parametri, calcio femminile o maschile che sia. Certamente più stringente per le donne, ma non meno “tenera” con gli uomini. Basti rievocare il precedente di Wang Shenchao dello Shanghai SIPG, nel 2018. Come anticipato sopra, non è possibile esporre tatuaggi, così come accessori vari. Il calciatore 31enne, nel corso dell’amichevole tra Cina e Birmania, aveva indossato una collana, preventivamente nascosta nei calzettoni. Non è riuscito a scamparla, malauguratamente, ed è stato squalificato per un anno. Inoltre, la Federazione cinese, intimò al club di sorvegliare sul suo atteggiamento. Episodi strani, lontani dalla nostra realtà, colma di calciatori glamour e in tendenza. Che dire. Paese che vai, usanza che trovi.