Cholito, l’anno della consacrazione

Cholito, l’anno della consacrazione

Photo by Enrico Locci/Getty Images

Sulle qualità tecniche ed atletiche di Giovanni Simeone – detto per ovvie ragioni El Cholito – ci sono pochi dubbi. È un attaccante moderno, che vive in area di rigore ma senza prenderci la residenza. Conosce il sacrificio, sa giocare per i compagni di reparto, ma in carriera ha vissuto anche lunghi passaggi a vuoto. Non tanto a livello di prestazioni, sempre o quasi generose, ma nel rapporto con il gol. Che, per un attaccante del suo genere, se non è tutto poco ci manca.

Lanciato in Serie A dal Genoa, che lo ha portato in Italia nel 2016, si mette subito in mostra, segnando 12 reti in 36 partite. Un bel bottino per un esordiente. La Fiorentina, allora dei Della Valle, non ci pensa due volte, e mette sul piatto 17 milioni di euro. L’idea è quella di affidargli il futuro dell’attacco viola, in coppia con l’altro figlio d’arte, di scuola Fiorentina, Federico Chiesa.

A 4 anni di distanza, di quel progetto non rimane che il vago ricordo di una bella incompiuta. Chiesa è andato alla Juventus, ad inseguire ambizioni più alte, Simeone invece aveva salutato Firenze l’estate scorsa, per accasarsi al Cagliari. Un passo di lato, più che un passo indietro, perché il progetto tecnico dei sardi è di quelli solidi, anche se la Fiorentina di Commisso ha progetti importanti. Ma anche un passo dovuto, dopo una seconda stagione in maglia gigliata decisamente deludente, in cui segna solo 8 reti in 40 partite. Numeri ben lontani dalle attese, che lo spingono a cercare fortuna altrove.

La scelta, dicevamo, ricade sul Cagliari, che nell’estate del 2019, dopo aver ceduto Barella all’Inter, riporta sull’isola il Ninja Nainggolan. Maran in panchina trova subito i giusti equilibri, sgravando El Cholito dalla dittatura del gol: ci pensa Joao Pedro, a sfruttare il lavoro dell’argentino. La macchina funziona, e a dicembre i sardi si ritrovano in piena corsa per l’Europa. Poi, però, qualcosa si inceppa, e proprio a pochi giorni dal lockdown e dalla sospensione del campionato il presidente Giulini sostituisce Maran con Zenga. Non una grandissima idea, in effetti, ma Simeone comunque chiude in crescendo: 6 reti nelle ultime 12 giornate, in totale sono 12, e il Cagliari lo riscatta. Costo dell’operazione: 12 milioni di euro, che si sommano ai 3 di prestito dell’anno precedente.

Intanto, in Sardegna arriva Eusebio di Francesco, chiamato a dare un volto ed una credibilità tattica ad una squadra che, con Zenga, si era decisamente persa. Il tecnico abruzzese cuce sul Cagliari il solito vestito, buono più o meno per tutte le occasioni: il 4-3-3. Con cui gioca le prime due di campionato, raccogliendo, per la verità, molto poco. Dalla terza, cambia modulo, abbandona le proprie certezze e sposta un paio di pedine, senza stravolgere l’impianto che aveva in testa.

Nandez ha fatto un passo avanti, Joao Pedro e Sottil un passo indietro, Simeone è rimasto esattamente dov’era, al centro dell’attacco, con un terzetto di tutto rispetto alle spalle. Gli effetti sono stati devastanti: El Cholito ha segnato già cinque reti in sei partite, senza soffocare la verve realizzativa di Joao Pedro, che da trequartista parte qualche metro più indietro ma può sfruttare tutto il fronte offensivo. E infatti, per il brasiliano i gol sono quattro. Ad oggi, la miglior coppia di Serie A.

E se il capitano pensa ad un futuro in Sardegna, Giovanni Simeone tesse le lodi dell’isola, dove è rinato e dove cerca la definitiva consacrazione. Con l’obiettivo, però, di spiccare il volo, verso la Champions League, sogno di tutti, e, magari, verso la Liga. Nelle scorse settimane filtrava l’interesse del Siviglia, con l’Atletico Madrid di papà Diego che non può n on tenerlo d’occhio…