Inter, tra mille rimpianti sorridi: sei all’altezza del City

Inter, tra mille rimpianti sorridi: sei all’altezza del City

(Photo by Marco BERTORELLO / AFP) (Photo by MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

Rabbia, rimpianto, delusione, sono tanti i sentimenti negativi che frullano nella testa dei giocatori dell’Inter nelle ultime ore dopo la sconfitta in finale di Champions League contro il Manchester City. Onore ai vincitori, ma anche ai vinti, soprattutto in questo caso. I nerazzurri hanno perso contro la squadra migliore del mondo, forse di sempre, visto il valore della rosa e dei singoli, ma non potevano farlo meglio.

L’Inter ha dimostrato che “la carta” non conta niente

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(Photo by Paul ELLIS / AFP) (Photo by PAUL ELLIS/AFP via Getty Images)

Ciò che ha mostrato l’Inter al mondo intero è che le parole “sulla carta”, quando si scende sul prato verde, non servono a un bel niente. I valori delle rose in campo erano inevitabilmente a favore del City, piena zeppa di campioni, sia nell’undici titolare che in panchina, ma quando il pallone ha iniziato a rotolare, quest’ultimi si sono quasi azzerati. Fredda e lucida è stata la gestione della partita da parte degli uomini di Inzaghi, che non hanno mai perso la testa e se la sono giocata sempre, su ogni fronte del campo.

Una difesa organizzata, spesso alta e aggressiva ha praticamente annullato Haaland (è doveroso fare tanti complimenti ad Acerbi). Poco catenaccio “all’italiana” e tanto gioco: Inzaghi ha dimostrato di avere un’organizzazione tattica invidiabile. Nonostante i nerazzurri abbiano creato poco fino a metà del secondo tempo, l’aggressività della squadra e il giro palla quasi impeccabile ha messo in grossa difficoltà il Manchester City di Guardiola, che si è trovato spiazzato e sorpreso dal gioco dominante dell’Inter, che è stata all’altezza dell’armata galattica inglese.

Champions League, Manchester City-Inter è un grande spot per il calcio italiano

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(Photo by Marco BERTORELLO / AFP) (Photo by MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

Tanta sfortuna è piovuta addosso all’Inter, che, per quanto visto sul campo, meritava sicuramente di più. Quella traversa di Dimarco trema ancora, così come tremano le gambe di Lukaku nel respingere involontariamente la ribattuta a rete del difensore nerazzurro. Uomini giusti nel posto sbagliato. Anche la sciagura ha impedito alla squadra di Simone Inzaghi di portare il match almeno ai supplementari e giocarsela per altri trenta minuti almeno. L’Inter torna a Milano a testa alta, tra gli applausi scroscianti del suo pubblico, come è giusto che sia, e deve essere orgogliosa di ciò che ha fatto. Questo può e deve essere un punto di ripartenza per il calcio italiano, che ha tutto per tornare grande in Europa. Ciò che abbiamo visto all’Ataturk Olympic Stadium non può rimanere solo un fuoco di paglia.